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Gian Carlo Ferretti – Storia dell’editoria letteraria in Italia. 1945-2003 – 2004

Gian Carlo Ferretti
Torino, Einaudi, pp. XIV-517, euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2004

L’a. ricostruisce quasi un sessantennio della storia editoriale italiana prendendo in esame l’editoria letteraria come la più consona a ricomporre il profilo culturale del paese. La grande messe di dati, informazioni, nomi, sigle editoriali, rappresentano lo sfondo su cui ricostruire la vivacità e la varietà del mondo editoriale; ma rischiano anche, a volte, di sommergere il filo ricostruttivo scelto. Esso si dipana attraverso una ripartizione cronologica e tematica segnata da eventi periodizzanti: dalla Liberazione alla pubblicazione del Gattopardo, dalla fine degli anni ’50 alla scomparsa di alcune delle maggiori personalità del mondo editoriale nei primi anni ’70, dalla crisi della Einaudi, nel 1983, alle trasformazioni profonde di fine secolo. Tra le chiavi di lettura più convincenti, la definizione di coloro che Ferretti chiama ?editori-protagonisti?, cioè quelle figure imprenditoriali che hanno caratterizzato l’industria libraria italiana fino agli anni ’70. Si è trattato di uomini (il prototipo è Giulio Einaudi) capaci di una politica editoriale lungimirante in grado di coniugare qualità letteraria della produzione con progettualità. Per costoro, la costruzione del catalogo ha rappresentato la stessa riconoscibilità del marchio editoriale grazie al coinvolgimento di quegli ?intellettuali-editori? che nel tempo hanno dato il tono culturale alla casa editrice, contribuendo a definirne il profilo. Man mano che questa generazione di protagonisti è andata scomparendo, all’interno dell’industria libraria si è manifestato in termini via via più marcati il fenomeno delle concentrazioni e la nascita di grandi aziende, al cui interno l’editoria libraria rappresenta solo un aspetto (talvolta nemmeno tra i più importanti) nel più vasto settore delle comunicazioni e dei media. Sono questi grandi gruppi (Fininvest, Mondadori, Rcs, Ifi-Fiat, De Agostini) a detenere ormai il 90 per cento del mercato librario nazionale. A questo mutamento genetico corrisponde quella che Ferretti chiama ?editoria d’apparato?, contrassegnata da figure manageriali che soppiantano ormai gli ?intellettuali-editori? in nome della subordinazione della produzione alla commercializzazione. A questa data ciò che conta è la quantità dell’offerta, la moltiplicazione dei titoli, la velocità del passaggio commerciale a tutto svantaggio della costruzione del catalogo, del rapporto editore-lettore, del progetto editoriale. Ciò che rimane del mercato librario rende ancora possibile, sebbene in termini conflittuali con le grandi concentrazioni editoriali, la presenza di una produzione di qualità nella quale ritrovare alcuni caratteri della migliore tradizione dell’editoria dei protagonisti. Essa è ancora in grado di ritagliarsi uno spazio nel mercato del libro in virtù di una coerenza progettuale che la rende riconoscibile e culturalmente valida, sebbene con un ruolo marginale o addirittura di nicchia. All’impegnativa ricostruzione d’assieme l’a. aggiunge un corposo apparato bibliografico e molteplici indici (case editrici, collane, opere, quotidiani e periodici, nomi) che caratterizzano il volume non solo come importante saggio storico, ma anche come repertorio in grado di orientare il lettore nel variegato panorama storico e letterario dell’editoria italiana.

Luigi Ponziani