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Gian Mario Cazzaniga (a cura di) – Storia d’Italia. Annali 21. La Massoneria – 2006

Gian Mario Cazzaniga (a cura di)
Torino, Einaudi, XXXII-849 pp., euro 85,00

Anno di pubblicazione: 2006

L’opera intende fare il punto sulla storiografia relativa al fenomeno massonico nel nostro paese: una letteratura oscillante fra «religione» e «scienze occulte» prima, «poi fra queste ultime e ?società segrete?», infine incline a recuperare il versante associazionistico o della storia della sociabilità, «mentre nei cataloghi e nelle bibliografie generali dell’Europa continentale la si vede piuttosto registrata sotto la voce ?altre religioni?, insieme a teosofia, new age, ecc.» (p. XV). Il proposito è quello di non sacrificare ad una interpretazione secolarizzata gli aspetti spirituali ed esoterici, tendenzialmente riconducibili ad un’interpretazione «dall’interno» della libera muratoria. Il risultato positivo è che l’Annale costituisce effettivamente una rassegna realistica dello stato degli studi in Italia; quello meno positivo è rappresentato dalla palese disparità di valore dei singoli contributi, alcuni storiograficamente aggiornati, altri limitati da una prospettiva auto-referenziale, o dalla ripetizione di «brani di repertorio» ormai noti. Il settore decisamente più avanzato pare quello della ricerca sulla massoneria delle origini e settecentesca: interessante il lavoro di Beaurepaire sul Grand Tour e le Républiques des lettres massoniche, ma anche quelli sulla comunicazione letteraria, sulla musica, sui giardini. I contributi di Menozzi e Miccoli sui rapporti fra Chiesa e massoneria sono impeccabili, adeguato quello di Novarino (massoni e protestanti) e assai stimolante quello di Sofia sugli «ebrei massoni» risorgimentali. Francamente sconcertante, invece, la rivisitazione di Cagliostro di Porset, nella quale si rinvengono a stento i «fondamentali» dello storico. La ricostruzione delle varie massonerie negli Stati d’antico regime è in genere utile e ricca di spunti e di dati nuovi. A questo punto, occorre segnalare che alcuni studiosi hanno finito per riassumere nel volume le proprie tesi, specie quelli che alla libera muratoria hanno dedicato lavori di grande respiro o ricerche innovative in questi ultimi anni ? Giarrizzo, Cordova, Fedele, Conti, Padulo ?: il che se, da un lato, assicura al lettore dell’Annale un quadro assai aggiornato, dall’altro lascia allo specialista un retrogusto un po’ amaro per l’occasione, non colta fino in fondo, di andare oltre. Cazzaniga ci prova col suo bel lavoro sui «rituali carbonari»; la Catalan, occupandosi dell’irredentismo, riapre un tema decisivo dell’età liberale; la De Poli traccia i contorni di una «rete» fra Italia ed Oriente che merita approfondimenti: ma si tratta di frammenti sparsi, non di tessere di un mosaico in via di formazione. Lo testimonia il confronto fra il contributo di Cordova sui «riconoscimenti internazionali» alla massoneria fra il 1943-48, e quello, poco più che cronachistico, di Martelli sulla massoneria nel periodo repubblicano. Quasi del tutto estranei a un’impostazione storiografica, e inseriti a riequilibrare il volume sul versante del «rito» e della «cultura interna», i pur efficaci saggi di Panaino e Vigni. In conclusione: se l’obiettivo era quello di scattare una fotografia dell’esistente, il risultato pare nitido ed efficace; se, invece, esso mirava ad orientare la ricerca, non si può dire altrettanto.

Roberto Balzani