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Gianfranco Contu – L’altra guerra di Spagna. Controstorie, discorsi, testimonianze – 2007

Gianfranco Contu
Prefazione di Santi Fedele, Sestu, Zonza, 191 pp., Euro 17,50

Anno di pubblicazione: 2007

Abbiamo bisogno, nel 2008, di «controstorie», di polemiche contro gli «storici accademici», di dediche e commemorazioni ai martiri libertari della guerra civile spagnola? Non credo. La pensa, però, diversamente Gianfranco Contu, che riunisce in questo volume alcuni saggi e articoli scritti nel corso degli ultimi trent’anni, a volte inediti o, più spesso, pubblicati su periodici di non agevole consultazione: «Studi tuveriani», «Quaderni bolotanesi», «L’Unione sarda». L’a. è primario ospedaliero e libero docente di anatomia chirurgica, oltre che studioso del federalismo e dell’identità etnico-linguistica sarda. A ragione, Santi Fedele, nella Prefazione al volume, individua il merito di Contu nell’aver richiamato da «un ingiusto oblio diversi esponenti solo apparentemente minori dell’antifascismo sardo, compartecipi, a vario titolo, di quel dramma spagnolo che costituisce il tema unificante di questa raccolta di saggi» (p. 12). In effetti, credo valga la pena prendere in mano questo volume anche solo per vedere la foto del vecchio Tomaso Serra (p. 108), ultimo comandante della colonna italiana di Barcellona e figura centrale nella narrazione di Contu. Un bel volto antico, il suo, segnato dal tempo e incorniciato da una candida barba bianca. Serra, infatti, è qui ritratto (ancora con il fazzoletto rosso-nero della FAI al bavero) poco tempo prima della morte, avvenuta nel 1985.Alcuni approfondimenti sull’esperienza della Sezione italiana della Colonna «Ascaso» – questo il nome ufficiale della colonna mista fondata nell’estate del 1936, in Catalogna, da Camillo Berneri, Carlo Rosselli e Mario Angeloni – sono emersi nell’ambito degli ultimi due convegni dedicati a Berneri, quello di Reggio Emilia del maggio 2005 (Camillo Berneri singolare/plurale, Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi, 2007) e quello di Arezzo del maggio 2007 (in corso di stampa), in particolare nella ricerca del giovane Enrico Acciai. Come hanno mostrato anche recenti studi biografici su Berneri, l’esperienza della colonna italiana affondava le sue radici nel dialogo che, intorno alla metà degli anni ’30, si era stabilito a Parigi tra l’anarchico italiano, Giustizia e Libertà e gli ambienti repubblicani, in un contesto nel quale il fulcro dell’opposizione al fascismo era rappresentato, invece, dall’alleanza stretta tra comunisti e socialisti.Fondata il 17 agosto 1936, la colonna italiana di Barcellona si sfaldò – come colonna mista – dopo pochi mesi, in dicembre, a causa dei dissidi tra le sue componenti interne. Secondo il quadro cronologico di Contu, la «fase rivoluzionaria» si spegneva e si annunciava quella «controrivoluzionaria». La primavera successiva, Camillo Berneri, aspramente critico sull’intervento sovietico in Spagna, veniva ucciso a Barcellona, insieme al compagno Francesco Barbieri. Il loro assassinio era rivendicato, il 29 maggio 1937, da «Il Grido del Popolo» di Parigi, giornale comunista, mentre la prima persona a riconoscere, al Policlinico di Barcellona, il 7 maggio, i due corpi straziati fu proprio l’anarchico Serra, la cui bella testimonianza è raccolta, in appendice, da Contu.

Carlo De Maria