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Giordano Carlotti – Il passaggio del Reno. La storia della moderna cooperazione di consumo nella provincia di Ferrara – 2007

Giordano Carlotti
Bologna, Clueb, 206 pp., Euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2007

Questo nuovo lavoro sulla cooperazione di consumo non è opera di uno storico professionale, ma di un protagonista delle vicende narrate. Giordano Carlotti infatti entrò giovanissimo nell’organizzazione cooperativa ferrarese, divenendo poi direttore e presidente della Coop Ferrara, per passare quindi ai vertici dell’Associazione cooperative di consumo del distretto adriatico. Il libro ripercorre dunque la storia del movimento cooperativo ferrarese vista «da dentro», con l’ausilio di documenti interni, verbali, bilanci, testimonianze.Il volume si apre con una serie di brevi capitoli che ripercorrono le prime tappe della cooperazione di consumo nel Ferrarese, dai primi limitati esperimenti nell’800 attraverso il fascismo, la ricostruzione del dopoguerra e la creazione di Coop Ferrara nel 1972. Il cuore del lavoro riguarda però i due decenni successivi, indicati, a ragione, come cruciali per l’affermarsi della nuova impresa. Una prima fase (1973-1979) è segnata da un delicato processo di ristrutturazione: tradizionalmente le sedi delle cooperative di consumo erano poste accanto alle Case del Popolo, o ai sindacati e partiti di sinistra, così da costituire un naturale riferimento politico e sociale per tutti i soci; la necessità di ristrutturare la rete di vendita comportò la chiusura di decine e decine di piccoli negozi, e fu vissuta dolorosamente da molti soci. Il processo tuttavia proseguì, ponendo le basi per lo sviluppo degli anni ’80, che vide l’apertura di nuove forme commerciali (supermercati, centri commerciali), la riorganizzazione di Coop Italia, una nuova attenzione verso la comunicazione mediatica (attuata attraverso Carosello, e poi testimonials come Peter Falk e Woody Allen). In sostanza, si perseguì una politica volta a diminuire il numero di aziende e ad aumentarne le dimensioni, in vista di una maggiore competitività. Se nella fase precedente aveva prevalso un atteggiamento «difensivo e alternativo al circuito commerciale ordinario», la «nuova fase, a partire dalla stagione delle ultime unificazioni e della scelta del Supermercato, si poteva connotare con una strategia più offensiva e di presenza attiva e preminente sul mercato» (p. 141). L’ultima tappa di questo processo sarà la fusione di Coop Ferrara con Coop Modena, che nel 1989 darà vita a Coop Estense.Il libro va ad aggiungersi alla folta schiera di volumi che ripercorrono la storia di un’impresa. La sua peculiarità, come detto, è la sua ottica interna, che presenta vantaggi e svantaggi: vantaggi, perché si avvale di documentazione spesso non accessibile a ricercatori esterni e della preziosa risorsa della «memoria» (non per niente, si chiude con alcune interviste a protagonisti); svantaggi, perché non consente forse quel distacco dal soggetto che sarebbe apprezzabile in ricostruzioni di questo genere (anche se non mancano riferimenti attenti e critici ai processi in corso, ad esempio sul mutato rapporto dei sindacati con le coop, via via che queste si strutturano come vere e proprie «imprese», pp. 109-111). Nel complesso uno strumento utile, di per sé e per futuri approfondimenti.

Emanuela Scarpellini