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Giorgio Cosmacini – Il medico materialista. Vita e pensiero di Jakob Moleschott – 2005

Giorgio Cosmacini
Roma-Bari, Laterza, pp. 191, euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2005

In questo volume, Cosmacini riprende il filo di un discorso iniziato nel 1978 con la tesi di laurea in filosofia, e poi proseguito nei due saggi firmati per l’einaudiana Storia d’Italia. Già in quelle sedi, l’autore aveva messo in luce l’importanza di Moleschott sulla scena scientifico-culturale del secondo Ottocento italiano. A distanza di tempo, ritiene impellente dedicargli una biografia per colmare un’oggettiva carenza storiografica e per contrastare il destino di ?rimozione e oblio? al quale il fisiologo-filosofo olandese sembra essere condannato. Le opere di Moleschott sono ormai appannaggio di banchetti di remainders o di librerie antiquarie, mentre la storiografia che se ne è occupata da tempo ha superato la maggiore età. A queste Cosmacini aggiunge un’altra motivazione, concernente l’odierno clima culturale e politico, nel quale il termine materialismo, e i suoi derivati, sono ormai stati ridotti a un’accezione meramente negativa, povera di valori e deprivata dell’originaria complessità.
È dunque un volume che ha intenti scientifici e divulgativi, e che per questo non si limita a dar conto della vita di Moleschott, ma al momento debito presenta una sintesi di ciascuna delle venti lettere in cui è articolata la sua opera più celebre, La circolazione della vita, pubblicata nel 1852 in Germania e in Italia nel 1869, nella traduzione di Cesare Lombroso. Attingendo a epistolari vari, e soprattutto all’autobiografia postuma di Moleschott ? Für meine freunde. Lebenserinnerungen del 1894, tradotti dalla figlia Elsa nell’edizione palermitana del 1902 ? Cosmacini ricostruisce in tre capitoli il percorso del fisiologo olandese. Il primo dedicato alla formazione: il natio Brabante, Heidelberg, Zurigo e la pubblicazione della Der Kreislauf des Leben. Il secondo, incentrato su un triplice Moleschott: il filosofo, che dal debito verso il materialismo antropologico di Feuerbach approda al riduzionismo più radicale; lo scienziato, non particolarmente visibile nel pantheon della storia della scienza, ma al quale Cosmacini riconosce comunque il rilevante ruolo di ?operatore scientifico, più che scienziato vero? (p. 77); il politico, che nel considerare comprensibile l’uomo solo in relazione alla sua realtà materiale, naturale e sociale, diviene emblema di una critica radicale all’esistente. Nel terzo capitolo c’è poi l’Italia di De Sanctis e Crispi, alla cui cultura scientifica fornisce un contributo rilevante, con l’introduzione dello sperimentalismo nella ricerca fisiologica, gli interventi in tema di igienismo e sanità, l’attività di senatore.
Nella postfazione Cosmacini ripercorre le accuse, spesso condivise, lanciate a Moleschott e al suo materialismo scientifico ? dal Vulgärmaterialismus mossogli da Marx e Engels alla grettezza attribuitagli da Agostino Gemelli ? e conclude riconoscendogli un pregio tuttora attuale: quello di essere comunque un memento sulla condizione naturale dell’uomo, che funge da antidoto a tentazioni idealistiche o spiritualistiche.

Emmanuel Betta