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Giorgio Cosmacini – Milano capitale sanitaria. Modelli ideali, organizzativi, assistenziali, scientifici (1881-1950) – 2002

Giorgio Cosmacini
Firenze, Le Monnier, pp.VII-154, euro 13,00

Anno di pubblicazione: 2002

Cosmacini, già autore di numerosi saggi sulla storia della medicina e della sanità, affronta qui il tema del rapporto tra politica e salute pubblica analizzando attraverso l’osservatorio privilegiato della città di Milano, definita capitale sanitaria e centro privilegiato di sperimentazione del moderno sistema sanitario nazionale, titoli che il capoluogo lombardo si è guadagnato per il ruolo guida assunto in questo campo, a partire dagli ultimi decenni del XIX secolo, sia come promotore di riforme che come ispiratore di modelli organizzativi.
Gli anni Ottanta del XIX secolo da cui l’autore prende le mosse sono quelli in cui viene messo in discussione il vecchio concetto di beneficenza per un nuovo modo di pensare che apriva il campo all’assistenza pubblica intesa non come ?indebita intromissione dell’apparato statale, ma come sollecito interessamento da parte della società civile?(p. 3). Un interesse che impone subito agli operatori del settore di guardare alla città con occhi diversi, per coglierne disfunzioni, inefficienze e intervenire per ?curarle?. E’ la stagione in cui si moltiplicano gli studi sulle acque cittadine, sui sistemi fognari, sulle abitazioni, sulle cause della mortalità, sull’inquinamento delle industrie collocate spesso troppo vicine ai centri abitati così come i cimiteri: risanare la città attraverso l’igiene diviene un precetto morale oltre che politico. I medici milanesi sono tra i protagonisti di maggior spicco di quella stagione definita anche di ?utopia igienista?. E ai medici Cosmacini dedica numerose pagine del suo studio: da Luigi Mangiagalli il perfezionatore della clinica ostetrico-ginecologica, a Luigi Devoto fondatore della clinica del lavoro (a questo clinico si deve l’elaborazione del concetto di malattia professionale intesa non solo come malattia del lavoro ma anche malattia contratta nel lavoro o per il lavoro), a Paolo Pini, esponente di spicco di quella schiera di medici socialisti attivi nel primo Novecento, a padre Gemelli. Anche il percorso legislativo è accuratamente ripercorso attraverso l’esame delle leggi nazionali nelle loro applicazioni in campo locale con specifico riferimento alla riforma crispina e agli interventi legislativi in età giolittiana, di cui in particolare si sottolinea la nascita degli ordini provinciali dei medici.
Il Novecento è il secolo delle grandi battaglie, coronate da successi e insuccessi, contro vecchie e nuove malattie. Passato il flagello della ?spagnola?, sconfitta la tubercolosi, si è aperto lo ?scontro? con il cancro, la ?malattia del secolo?. E Milano, che dal 1924 ha una nuova Università dove la ricerca in campo medico assume spazio rilevante, diviene centro di primo piano nella lotta contro questa malattia nelle sue rinnovate strutture ospedaliere e di ricerca: l’istituto del cancro, il Policlinico, l’Ospedale Niguarda. Dunque, conclude l’autore e si può ben essere d’accordo con lui, se nel nostro Paese si vuole cercare una capitale sanitaria Milano merita pienamente questo titolo perché Milano è stata spesso il polso della salute del paese e ha risposto costantemente alle esigenze/emergenze sanitarie con le sue risorse umanitarie e con la mente e l’operosità dei suoi protagonisti.

Fiorenza Tarozzi