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Giovan Battista Pirelli – Viaggio di istruzione all’estero. Diario 1870-71. A cura di Francesca Polese – 2003

Giovan Battista Pirelli
Venezia, Marsilio, pp. XXXV-279, euro 29,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il volume riproduce integralmente il diario di Giovan Battista Pirelli, l’uomo che nel 1872 avrebbe fondato l’omonima ditta, redatto durante un viaggio di formazione che il giovane neolaureato del Politecnico intraprese nel 1870. Gli appunti stesi da Pirelli durante un viaggio che si protrasse per nove mesi e mezzo attraverso Svizzera, Germania, Francia e Belgio (originariamente era prevista anche una visita in Inghilterra, ma poi questa venne cancellata dal programma iniziale sembra per motivi economici) rappresentano una fonte di straordinaria rilevanza non solo per comprendere lo stato in cui si trovavano i principali settori industriali e le imprese maggiori in quei paesi, ma rappresenta anche lo strumento ideale per comprendere il percorso formativo di uno degli homines novi che fecero l’Italia industriale. Conservato in originale presso la Biblioteca Capitolina del Duomo di Monza e visionabile in riproduzione fotografica presso l’Archivio privato Alberto Pirelli, il documento è corredato da una serie di disegni di impianti e macchinari realizzati dallo stesso Pirelli. La curatrice, che ha svolto un ampio lavoro di ricerca sul viaggio all’estero di Pirelli e la prima fase della storia di questa impresa, culminato in una tesi di dottorato discussa all’Università Bocconi nel 2002, ha realizzato un filologico lavoro di curatela che garantisce rispetto e insieme valorizzazione della fonte, arricchendola al termine della trascrizione di un utile indice dei nomi e dei luoghi, corredato delle informazioni basilari su persone ed imprese citate nel manoscritto. Nell’Introduzione offre al lettore una sorta di guida ragionata al percorso seguito dal giovane ingegnere lombardo (Pirelli era nato nel 1848 a Varenna, sul lago di Como), che permette di familiarizzarsi con le tematiche di fondo che un viaggio di formazione del genere prevede: il rapporto con le imprese visitate, l’analisi delle realtà industriali incontrate, le valutazioni che il giovane ingegnere mette nero su bianco, l’osservazione ravvicinata dei macchinari. Inoltre, nell’Introduzione vengono delineati alcuni dei motivi che spinsero Pirelli a privilegiare il settore al quale avrebbe legato il proprio nome ed i destini della sua famiglia per tra generazioni. Partito con l’idea di assumere informazioni per lanciarsi nel settore della seta, Pirelli tornò in patria con la convinzione che fosse invece necessario concentrarsi sull’industria della gomma, un settore allora agli esordi, che rappresentava uno dei migliori esempi della coeva seconda rivoluzione industriale. In poche pagine, l’Introduzione non disdegna di fornire alcune chiavi di lettura critica che aiutano a comprendere il travaglio personale ed intellettuale di un giovane neolaureato in ingegneria nell’Italia postunitaria, la sua fame di conoscenze empiriche che si dovevano travasare in quelle teoriche di cui si era nutrito negli anni universitari. In controluce si può leggere la testimonianza di un progressivo affinarsi di una mentalità imprenditoriale o, se vogliamo ? per essere filologicamente più coerenti ? con i presupposti cognitivi necessari per avviarsi verso una carriera imprenditoriale nella Lombardia di fine Ottocento.

Luciano Segreto