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Giovanna Millevolte – I De Arcangelis tipografi editori – 2005

Giovanna Millevolte
L’Aquila, Textus, pp. 156, euro 13,50

Anno di pubblicazione: 2005

Il calendario del 1933, vincitore della V Triennale d’arte di Milano, la pubblicità rosso fiammante del ?Pan d’Aligi?, ?Dolce di gran Lusso? brevettato a Pescara, la locandina azzurra di Miss Italia e Miss Cinema 1953, l’invito a forma di carta napoletana per i tornei della Federazione italiana bridge hanno in comune di essere stati realizzati dalla Stamperia d’arte De Arcangelis, di cui la Millevolte ripercorre le vicende a partire dalla sua fondazione avvenuta nel chietino nel 1881. Coloratissima, essenziale nel suo rigoroso simbolismo, efficace nell’evocare temi e motivi soprattutto del fascismo, la ricca produzione di questa piccola, famosa tipografia ci viene riproposta quasi a testimoniare le sorti di una città, Pescara, in cui alla fine degli anni Venti l’attività si trasferì. Espansione economica, crescita commerciale, vivacità borghese ne fecero allora un centro di incontro e scambio vivo e dinamico, il cui spirito le stampe, i manifesti, le pubblicità, le locandine della De Arcangelis fedelmente riproducono.
Studiosa dell’editoria abruzzese otto-novecentesca, la Millevolte propone con il suo volume il catalogo storico di questa tipografia accompagnandolo con una bella appendice iconografica e un breve saggio introduttivo in cui ricostruisce da un lato la storia dei due distinti soggetti imprenditoriali celati dietro il marchio De Arcangelis, dall’altro le fasi attraverso cui la più nota stamperia costruì il proprio successo a livello internazionale. Apprezzata e recensita da riviste specialistiche francesi, tedesche e statunitensi, la sua produzione testimonia le trasformazioni del gusto, le tendenze e i modelli culturali in vigore in Italia (ma non solo) dagli inizi alla metà del Novecento, rivelando la capacità di questa impresa di dialogare con altre esperienze europee e di sottrarsi al destino di analoghe attività abruzzesi. La storia della De Arcangelis si configura infatti come vicenda originale all’interno di un contesto segnato dal policentrismo tipografico tipico del Mezzogiorno. Policentrismo determinato dalla ristrettezza del mercato, dalla povertà dei mezzi produttivi, dal diffuso analfabetismo che limitarono a lungo lo sviluppo di piccole e medie tipografie, spesso costrette a vita breve. Caratterizzate di norma dall’esiguità del numero degli addetti al settore, ancorate alla committenza della pubblica e privata amministrazione, incapaci di scardinare la duplice identità del proprietario/titolare dell’impresa, le tipografie abruzzesi a fatica intrapresero il processo di ammodernamento della propria attività, finendo solo in rari casi con l’assumere una certa visibilità nel panorama tipografico nazionale. Sorte che appunto spettò alla De Arcangelis, che seppe conquistare un pubblico urbano fortemente connotato, e investire economicamente e culturalmente in un’avventura del tutto speciale.

Simona Troilo