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Giovanni Carpinelli (a cura di) – Stermini nel Novecento. Fatti, documenti, interpretazioni, Trento – 1999

Giovanni Carpinelli (a cura di)
Centro per gli studi storici italo-germanici, ITC-Isig

Anno di pubblicazione: 1999

Dossier di rassegna storiografica e di documenti preparato e presentato in occasione del convegno di studi L’umanità offesa. Stermini e memoria nell’Europa del Novecento (Trento, 13-17 settembre 1999), lo strumento didattico che qui si segnala ha avuto scarsa diffusione, anche se riedito poi come supplemento a “ITC-informa” (a. XIV, 1999, n. 1, pp. 79). Eppure, benché opera dichiaratamente non complessiva o definitiva, essa meriterebbe di essere meglio conosciuta per l’acutezza di alcune osservazioni e perché porta – su un tema che pare abbia da qualche anno interessato diversi ambienti della storiografia e della ricerca italiane – il tonico benefico dell’osservazione comparata e della riflessione-colloquio con alcuni grandi classici stranieri sull’argomento, raramente citati se non proprio – parrebbe – nemmeno conosciuti da tanti autori che di recente hanno su questo tema pubblicato ricerche monografiche e circoscritte troppo presto assurte a nuovo codice. Il dossier parte dalla definizione, lessicale e storiografica, di “sterminio” e poi si articola in tre parti, rispettivamente e nell’ordine dedicate a tre casi presentati come esemplari di omicidio statale di massa: la strage turca degli armeni, la repressione delle opposizioni politiche e sociali “nell’Urss di Lenin e di Stalin”, il genocidio “nell’Europa di Hitler”. Ogni parte è articolata poi in quattro sezioni: fatti, documenti, interpretazioni e bibliografia. Dando conto delle principali interpretazioni, dello sterminio degli Armeni viene messo in evidenza il prolungato silenzio degli studi; del Gulag viene bollato il legame “non con la rivoluzione, ma col messianismo rivoluzionario”; del genocidio nazista, infine, si ribadisce fermamente l’unicità: anche se – con le parole di Todorov – senza per questo rinunciare al dovere storico del confronto.

Nicola Labanca