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Giovanni Cazzetta – Scienza giuridica e trasformazioni sociali. Diritto e lavoro in Italia tra Otto e Novecento – 2007

Giovanni Cazzetta
Milano, Giuffré, X-387 pp., Euro 39,00

Anno di pubblicazione: 2007

La raccolta di saggi proposta nel volume ricostruisce il rapporto tra scienza giuridica e società, nella sua evoluzione in corrispondenza al mutamento sociale indotto dall’industrializzazione, attraverso la ricostruzione dei dibattiti e delle elaborazioni teoriche dei maggiori esponenti della disciplina, i ritardi e i momenti di svolta.Incentrato sul caso italiano, ma non senza ampi riferimenti europei – obbligati del resto per i giuristi italiani all’opera in un paese late joiner – il volume offre una panoramica della storia del diritto del lavoro in Italia, le cui radici affondano nel lento incrinarsi, nel tardo ‘800, del dottrinarismo dell’incontro di libere volontà che relegava il contratto di lavoro allo schema della locazione d’opera. Fu la forza delle cose, e nella fattispecie l’anomala dimensione collettiva dello sciopero e dei patti che vi mettevano fine, a dar origine a fenomeni non inquadrabili negli schemi giuridici del passato e a costringere la scienza giuridica a superare, poco alla volta, la visione puramente patrimonialistica dell’impresa per abbracciare una nuova concezione della funzione sociale dell’impresa stessa, che sarà a fondamento del diritto del lavoro nella società industriale matura.Il volume segue, attraverso saggi di sintesi e di approfondimento, i passi successivi di tale evoluzione: la crisi del modello ottocentesco di unità del diritto a favore dei diritti speciali, il rapporto tra leggi sociali e origini del diritto del lavoro, la negazione del conflitto e la subordinazione degli interessi organizzati a quelli superiori della nazione nel corporativismo fascista, la reazione nel secondo dopoguerra – di stampo privatistico e contrattualistico – contro gli assetti pubblicistici e partecipazionisti che sembravano negare al contempo il conflitto e la volontà dell’imprenditore, il successivo superamento di questa inidonea contrapposizione tra concezioni istituzionalistiche e contrattualistiche con l’affermarsi di una progressiva maggior incidenza della legge nella tutela della dignità e libertà dei lavoratori – che ha trovato la massima espressione nello Statuto dei lavoratori -, la recente considerazione di tutti i soggetti portatori di interessi nei confronti dell’impresa (consumatori, comunità locali), nonché dei problemi posti dalla separazione tra proprietà e controllo. Il volume affronta infine le questioni poste dall’avvento dell’età postindustriale, della globalizzazione e della nuova economia, con le diffuse tendenze alla deregolazione, e sottolinea il rischio dell’affermazione di un nuovo diritto «asservito all’economia, schiavo del mercato» ).Affrontando le sfide poste dall’oggi alla luce delle riflessioni sull’evoluzione storica della disciplina, il libro risulta di grande utilità per gli storici dell’economia, del lavoro e dell’impresa, grazie al quadro efficace e approfondito offerto, che suggerisce come la codificazione in norme della realtà non sia mai neutra ma risponda alla mediazione tra interessi differenziati, e come le norme, condizionando gli attori individuali e collettivi, influenzino a loro volta la realtà.

Stefano Musso