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Giovanni Di Capua, prefazione di Antonio Maccanico – La collaborazione di Rosmini al «Risorgimento» di Cavour – 2011

Giovanni Di Capua, prefazione di Antonio Maccanico
Venezia, Marsilio, 221 pp., Euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2011

Giovanni Di Capua (1930), noto giornalista proveniente dalla corrente della Base della Dc, promotore dell’Istituto per la storia della democrazia repubblicana (Isder), è anche uno studioso di storia. I suoi interessi spaziano dagli etruschi alla prostituzione sacra, da Marozia a suor Pascalina (definita la «dama nera» di Pio XII). Ha scritto libri su Pistelli, Marcora, Miglio e curato una storia della Uil e raccolte di scritti di Aldo Moro. L’a. è qui interessato al pensiero costituzionale di Rosmini, mosso da una valutazione severa della Costituzione della Repubblica: «la Costituzione del 1948 resta fondata, per taluni rilevanti aspetti, su una serie continua di compromessi fra destra liberaloide e sinistra marxista» (p. 14). Nello specifico, l’a. lamenta come «la storiografia risorgimentalista sia – sin dall’inizio – monca, reticente o addirittura manipolatrice riguardo a un momento storicamente essenziale come la collaborazione fra cattolici e laici moderati nell’Ottocento» (p. 15). Gli studi si sarebbero finora mossi «in una totale incompletezza (e, va da sé, incomprensibilità) delle tesi avanzate da Rosmini» (p. 17). Egli vuole viceversa offrire «un’analisi critico-analitica» (p. 16) dei rapporti con Cavour, con riferimento alla collaborazione di Rosmini al giornale «Risorgimento». L’a. ha, dunque, utilizzato la documentazione raccolta dall’Isder: «ciò mi ha avvantaggiato rispetto ad altri studiosi, abituati a farsi aiutare nelle loro ricerche da assistenti se non da giovani studenti, fornendo loro bibliografie spesso ripetitive di luoghi comuni: così pregiudicando preliminarmente la stessa libertà di ricerca e di analisi e la possibilità di rintracciare aspetti originali inesplorati, meritevoli di attento e acuto esame. La documentazione bibliografica da me raccolta per l’occasione, non eccessivamente ampia, conferma quanto parca sia la letteratura storica» (pp. 16-17). In realtà la bibliografia storica non citata dall’a. è ampia: sul versante rosminiano si dispone della Bibliografia curata da p. Cirillo Bergamaschi, qui ignorata, che è l’abc bibliografico per gli studiosi di Rosmini. Il tema affrontato, peraltro, si inserisce nel contesto dell’evoluzione del pensiero politico e giuridico, ma si ignorano studi fondamentali (ricordo solo Capograssi, Riva, Zolo, Mercadante, Nicoletti). Pur chiedendosi «se davvero vi fosse stato un qualche costituente […] che aveva tenuto presenti le proposte di Rosmini» (p. 14), l’a. dimentica Gonella, che alla concezione giuridica del roveretano aveva dedicato un impegnativo volume. La visione dei rapporti Stato-Chiesa in Cavour viene sostanzialmente riportata a Rosmini, ignorando l’origine francese (Montalembert) o svizzera (Vinet): questione dibattuta negli studi di Jemolo, Passerin d’Entrèves e Romeo. L’analisi degli articoli sul «Risorgimento» ignora poi gli altri articoli di Rosmini su «Armonia», necessari per una visione globale. Non si fa ricorso a documentazione d’archivio. Il volume è stato realizzato con il contributo della Fondazione Cariplo.

Fulvio De Giorgi