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Giovanni Schininà – Siracusa 1943-1948. Verso la democrazia dei partiti – 2004

Giovanni Schininà
Acireale (Ct), Bonanno, pp. 252, euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume di Giovanni Schininà si propone, come scrive lo stesso autore nell’introduzione, di colmare un ?vuoto storiografico? che riguarda la città di Siracusa (e non solo) negli anni della ricostruzione.
L’intento sembra essere andato a buon fine, in particolare per ciò che concerne il tema dei rapporti centro-periferia, la cui lucida analisi conferisce all’opera un respiro assai più ampio del mero contesto locale. Puntuale appare la ricostruzione dei tratti salienti della vita cittadina dallo sbarco alleato allo ?scontro di civiltà? del 18 aprile 1948, caratterizzata dalla compresenza di temi, peraltro tra loro strettamente connessi, tra i quali assai rilevanti sono la dinamica capoluogo-provincia, con tutto il peso della questione dell’approvvigionamento alimentare del centro urbano, le lotte sociali e le istanze rivendicative delle varie categorie, il radicamento culturale, oltre che strutturale ed organizzativo, del nuovo ordinamento democratico.
Cruciali sono i rilievi sulla persistenza, pur nel nuovo panorama politico, delle preesistenti forme di raccolta del consenso, che riguardano non soltanto i partiti di centro-destra, ma anche quelli di sinistra, i quali fanno affidamento sull’appeal personale ? e quindi elettorale ? di ?notabili rossi?; sia in provincia, come il comunista Marino a Lentini, e il socialista, poi comunista D’Agata ad Avola; sia nel capoluogo, quali il socialista Eduardo Di Giovanni, che sarebbe in seguito passato ai socialdemocratici. Osservazioni, queste ultime, che permettono di sperimentare percorsi esplicativi in parte nuovi a proposito del nodo storiografico rinnovamento/continuità, il cui laboratorio è in questo caso il CLN siracusano, nel quale, come in altri contesti, si registrano formidabili pressioni esterne e spesso insanabili convulsioni intestine. Altrettanto interessanti, dunque, risultano le notazioni sul linguaggio ?antipolitico?, l’eredità culturale più duratura del fascismo, che impregna in maniera più o meno marcata le forme e i moduli espressivi di periodici come «Il Solletico» e «Il Torchio», i quali sostengono a spada tratta importanti personaggi locali come il qualunquista Bartolomeo Cannizzo, che giunse a cumulare un notevole potere personale essendo contemporaneamente ?proprietario di un’azienda agricola, direttore di diversi organismi industriali e commerciali delle province di Siracusa e Ragusa e presidente del Consorzio agrario del capoluogo aretuseo? (p. 137).
In estrema sintesi, nonostante qualche imprecisione ? il patto costitutivo della CGIL fu firmato il 3 giugno e non il 6 ? il volume di Schininà, per certi aspetti pionieristico, si segnala per la capacità di delineare un quadro assai vivo del contesto urbano siracusano, ma la cui validità, come detto, travalica l’orizzonte locale per assumere un notevole valore euristico anche per altre città meridionali nel secondo dopoguerra, la cui faticosa transizione alla democrazia ci è restituita in tutta la sua complessità.

Sebastiano M. Finocchiaro