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Giulia Albanese, Marco Borghi (a cura di) – Memoria resistente. La lotta partigiana a Venezia e provincia nel ricordo dei protagonisti – 2005

Giulia Albanese, Marco Borghi (a cura di)
Venezia-Portogruaro, Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della s

Anno di pubblicazione: 2005

A un anno dall’uscita del primo volume, curato da Giulia Albanese e Marco Borghi (Nella Resistenza. Vecchi e giovani a Venezia sessant’anni dopo) viene pubblicata dall’IVESER la seconda tappa dell’omonimo progetto, avviato nel 2001, per la raccolta di testimonianze di protagonisti della lotta di liberazione ?prima che fosse troppo tardi? (p. 8). In realtà il cuore dell’operazione è proprio la memoria che è stata raccolta, e offerta nel CD (allegato al volume) che contiene 89 interviste, delle quali i saggi raccolti sono un invito a percorrere e interrogare le testimonianze. In questo senso l’intreccio fra memoria dei testimoni e riflessione storiografica diviene molto stretto ed efficace, già nella partizione dei saggi, la prima parte dedicata ai momenti e alle vicende della Resistenza nel veneziano, e la seconda che riprende il nesso fra azione antifascista e territorio (con una attenzione particolare al miranese, alla Riviera del Brenta e all’azione partigiana in città).
Delle tante e possibili chiavi di lettura i saggi individuano alcune tematiche di grande attualità che sono ripercorse in un dialogo continuo con la memoria raccolta. Una memoria che emerge con limpidezza nel suo continuo intrecciare esperienze personali e motivi e ragioni di una scelta, una memoria articolata e complessa che ben descrive il ?processo di maturazione ed educazione politica sollecitato e comunque consolidato dal ’43-45?, un processo che ?non è reversibile, poiché ha inciso profondamente nell’identità civile anche di chi non ha poi legato la sua vita a un partito o a un sindacato? (p. 22).
L’esperienza dei protagonisti consente di attraversare in modo trasversale i tanti aspetti di una lotta che nel veneziano ebbe caratteristiche particolari con il concentrarsi nella città di tanti centri del potere saloino, mentre sulla terraferma prendeva forma una lotta armata più assimilabile alla realtà veneta con tanti partigiani costretti a trasferirsi sulle montagne. Ma la memoria raccolta, e di nuovo interrogata a sessanta anni di distanza, consente anche di far emergere un ?sottosuolo di esperienze e vissuti? (p. 16) di resistenti finora tralasciati, appartenenti a tutte le classi sociali, sia nel corso della lotta armata che nell’immediato (e non) dopoguerra, quando la delusione per le aspettative mancate lentamente prese il posto dell’entusiasmo della vittoria, in un passaggio critico dove la elaborazione della memoria nel corso del tempo viene letta in tutta la sua mutevole complessità.
Fra i percorsi di riflessione sulla memoria raccolta è di particolare interesse quello che approfondisce le esperienze di formazione e di costruzione di una coscienza democratica all’interno dei licei, nel mondo della scuola, dove la crisi successiva alla caduta del fascismo rivelò nuove figure di maestri e creò legami decisivi, anche sotto il profilo esistenziale, con gli allievi.

Massimo Storchi