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Giuliana Arena – Pasquale Saraceno commis d’état. Dagli anni giovanili alla ricostruzione (1903-1948) – 2011

Giuliana Arena
Milano, FrancoAngeli, 175 pp., Euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2011

Pasquale Saraceno è stato indubitabilmente un protagonista dell’economia italiana per quarant’anni. Alla sua cultura e alla sua sensibilità si devono contributi rilevanti nel disegno di una strategia di sviluppo capace di mettere in rete un sistema di conoscenze e relazioni internazionali che interessarono tre stagioni del miracolo economico. In un paese costituzionalmente alieno dalla cultura riformistica, Saraceno fu – insieme a un esiguo drappello di tecnici intrisi di una non comune passione civile – l’architetto di un modello di sviluppo che ebbe fortuna e successo non solo in Italia. Se negli ultimi vent’anni la bibliografia nazionale è stata prodiga di contributi prosopografici sulla «élite delle competenze» che guidò il paese nella sua trasformazione, molto meno numerosi sono stati i lavori che hanno indagato monograficamente la formazione e la provenienza sociale dei protagonisti di una stagione straordinaria. Più che opportuno, dunque, giunge il lavoro di Giuliana Arena sulla formazione e la prima attività di Saraceno. Svolto con meticolosità, lo studio si segnala per la completezza delle fonti utilizzate, per lo stile mai declamato, per l’accuratezza della bibliografia che lo correda e per l’intelligente connessione dei piani d’azione del biografato. Sono così messi in evidenza non solo i luoghi e i modi della formazione, ma il senso di una visione comune che attraversò una generazione di politici economisti che si trovarono a collegare i problemi dello sviluppo economico con quelli del sistema industriale italiano e della sua collocazione internazionale: una generazione che seppe condividere ambizioni al di là dei diversi portati intellettuali. Riconoscere la necessità di rifondare l’impianto economico del paese divenne l’ispirazione comune di un piccolo gruppo che si ritrovò alla metà degli anni ’30 a elaborare la cosiddetta «formula Iri»: come all’epoca dei salvataggi degli anni ’20, lo stesso gruppo – Saraceno, Menichella e Giordani fra tutti – elaborò una linea di politica economica originale, autonoma sia dalla politica sia dal dibattito teorico allora in corso. Una linea che fu trasportata e rivitalizzata negli anni della Ricostruzione per merito degli stessi tecnici, e che – nonostante l’iniziale ostilità della Commissione alleata di controllo prima e della Confindustria poi – divenne il volano dello sviluppo postbellico. Analoga ispirazione fu poi all’origine della Cassa per il Mezzogiorno, la cui amministrazione fu inizialmente ispirata alla snellezza che orientava l’azione dell’Iri delle origini. Su questi punti la narrazione dell’a. è puntuale, sebbene a tratti più ricapitolativa che originale. Nel complesso la parte più persuasiva del volume è quella che affronta il rapporto tra la cultura economica cattolica e il contributo che a essa seppe offrire Saraceno economista industriale. Si tratta della descrizione della genesi di una linea utile soprattutto a ricollocare la politica come luogo di formazione e attuazione di finalità, di scopi e di missioni, capace di fare sistema con l’economia per il proprio funzionamento e di generare essa stessa innovazioni durature.

Mauro Campus