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Giuliana Gemelli (a cura di) – Enciclopedie e scienze sociali nel XX secolo – 1999

Giuliana Gemelli (a cura di)
Franco Angeli, Milano

Anno di pubblicazione: 1999

Questo volume a più voci (curato da Giuliana Gemelli e con testi di A. Cardellicchio, A. Salomoni, G. Nisticò, O. Lentini, L. Gallino, M.T. Giuffré e L. Tentoni), frutto di un progetto di ricerca che ha coinvolto diverse istituzioni scientifiche ed universitarie europee, si propone di analizzare alcune delle imprese enciclopediche del Novecento – soggetto di indagine tutt’altro che frequente – all’insegna di un duplice filone di ricerca. Da un lato, la messa in evidenza di come l’enciclopedia incroci, nel corso del “secolo breve”, svariati momenti fondamentali della cultura e dell’identità novecentesca (dalla crisi dello Stato di diritto alla diffusione del totalitarismo sino all’egemonia culturale degli Stati Uniti e dell’atlantismo sull’Occidente) e, dall’altro, l’illustrazione di come la linearità – carattere tradizionalmente associato all’enciclopedismo – non abbia affatto costituito, durante il secolo appena trascorso, l’attributo centrale di tali opere, le quali hanno riflettuto per molti versi anche a livello di impianto ed organizzazione la crisi dei fondamenti ideologici ed intellettuali delle epoche precedenti.
Quella che viene tratteggiata dai saggi del libro è una storia delle enciclopedie novecentesche (dalla Grande Enciclopedia Sovietica all’Enciclopedia Italiana, dall’Encyclopaedia Universalis all’Encyclopaedia of the Social Sciences) intesa quale insieme di organizzazioni scientifiche e reti istituzionali (nonché quale intersezione tra scienza e società industriale), che non dà vita ad un paesaggio di luoghi armoniosi e pacificati del sapere, ma piuttosto ad una serie di lande aperte e di spazi carsici e magmatici dove, come scrive Gemelli, si manifestano “forme di sapere inquieto”. Le “non-summae” enciclopediche del ventesimo secolo divengono, così, un osservatorio privilegiato per comprendere l’inquietudine intellettuale diffusa dai nuovi paradigmi del sapere (e dalle sue modalità di organizzazione, dotate anch’esse di un notevole potere creativo e riflesse in quei depositi rappresentati, per l’appunto, dalle enciclopedie), a partire dall’ambito disciplinare più sensibile a questi smottamenti epistemologici, quello delle scienze sociali. E, soprattutto, si configurano per lo più come tentativi di ridisegnare le mappe concettuali e cognitive del sapere all’insegna dell’interscienza, del rifiuto della logica delle due culture separate e dell’opposizione all’iperspecialismo (è il caso dell’Encyclopédie Française di Lucien Febvre o di quella incompiuta di Otto Neurath, ma anche, quasi inconsapevolmente, dell’Enciclopedia Italiana di Giovanni Gentile, che finisce col dare spazio a discipline che non avrebbero dovuto trovare collocazione, né dignità, in seno ad una trama concettuale di tipo idealistico).
Un libro non facilissimo, dunque, ma denso e ricco, che apre più di uno squarcio su una pagina di storia delle idee del Novecento non molto conosciuta.

Massimiliano Panarari