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Giuliana Limiti – Il presidente professore. Luigi Einaudi al Quirinale – 2001

Giuliana Limiti
Prefazione di Carlo Azeglio Ciampi, Milano, Luni, pp. 236, euro 17,04

Anno di pubblicazione: 2001

Il volume di Giuliana Limiti, consulente storico-archivistico del Quirinale, ripercorre sinteticamente la vicenda biografica del primo presidente della Repubblica.
Sulla scia di studi precedenti e di documenti già noti (in particolare la biografia di Riccardo Faucci, pubblicata dalla Utet nel 1986, il Diario dell’esilio, sui mesi trascorsi in Svizzera tra il settembre 1943 e il dicembre 1944 e il Diario 1945-1947 sul periodo della Banca d’Italia, apparsi rispettivamente nel 1997 e nel 1993), Limiti sunteggia l’ambiente familiare, la formazione, l’insegnamento universitario, l’attività di senatore, l’esilio in Svizzera, gli anni del governatorato della Banca d’Italia, il ministro del Bilancio di De Gasperi e gli interventi all’Assemblea Costituente fino all’elezione, l’11 maggio 1948, a primo presidente della Repubblica. Rimangono in ombra l’economista e l’attento formatore dell’opinione pubblica nel primo venticinquennio del XIX secolo sulle colonne del ?Corriere della Sera?.
Gran parte dello studio si incentra sugli anni della presidenza della Repubblica, anche se l’autrice, che pure ha avuto accesso agli archivi del Quirinale, non utilizza in modo significativo nuova documentazione. Come emerge da appunti inediti di Einaudi, conservati nel suo archivio presso l’omonima fondazione torinese e non utilizzati dall’autrice, era ferma volontà di De Gasperi, dopo le elezioni del 18 aprile 1948, impedire la conferma di Enrico De Nicola il quale rifiutava il ruolo di voce dell’ampia maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni e interpretava la funzione della suprema magistratura dello Stato come quella del rappresentante di tutto lo spettro politico antifascista. In De Nicola, insomma, prevaleva lo spirito dell’unità nazionale, mentre De Gasperi intendeva affermare lo spirito del 18 aprile. E tuttavia Einaudi non fu il presidente della sola maggioranza. Infatti egli ispirò il suo mandato a una rigorosa fedeltà alla lettera della Costituzione, non evitando attriti con i governi De Gasperi sulla nomina dei giudici costituzionali, sulla riforma della legge elettorale e su altre questioni inerenti le libertà civili e, dopo le elezioni del 1953, con la Dc circa le prerogative che l’articolo 92 della Costituzione attribuisce al presidente del Consiglio sulla nomina dei ministri. Interpretò il suo ruolo come una incessante opera di moral suasion nei confronti del governo, della quale è indicativa traccia la raccolta di scritti contenuta ne Lo scrittoio del presidente.
L’autrice tratteggia con rapidità questi temi, l’ispirazione europeista che contrassegnò il pensiero politico di Einaudi, i rapporti con la chiesa e sintetizza i messaggi di fine d’anno del settennato einaudiano.
In conclusione, nel volume di Limiti prevale un tono apologetico, pervaso delle motivazioni della guerra fredda, che poco aggiunge alla conoscenza dello statista piemontese.

Paolo Soddu