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Giuseppe Astuto – La Sicilia e il crispismo. Istituzioni statali e poteri locali – 2003

Giuseppe Astuto
Milano, Giuffrè, pp. 335, euro 25,00

Anno di pubblicazione: 2003

Con questo volume l’autore prosegue nella ricerca che lo vede impegnato da vari anni ? risale al 1984 l’edizione del carteggio tra Crispi e Abele Damiani, mentre è del 1999 il libro sui Fasci siciliani ? per ricostruire la lotta politica in Sicilia durante l’età liberale, su cui si sono cimentati anche altri studiosi, da Paolo Alatri a Lucy Riall. Non è chiaro però in che modo Astuto si ponga rispetto a questi studi quando accenna ai ritardi e alle disattenzioni di una storiografia che ?sbrigativamente e costantemente? ha relegato l’isola in un ruolo marginale all’interno delle vicende dello Stato italiano, cui contrappone l’esperienza politica di Crispi, interprete del ?protagonismo della Sicilia, una regione che accetta la sfida nazionale e vuole contare di più nelle scelte della giovane nazione? (p. 5).
I primi tre capitoli offrono una contestualizzazione del rapporto tra lo statista e la Sicilia e ricostruiscono le posizioni che egli assunse nel ?singolare percorso? con cui, dal trionfo elettorale della Sinistra nel Mezzogiorno allo scontro parlamentare sui provvedimenti eccezionali, la questione siciliana divenne una questione nazionale. In particolare, l’autore sottolinea la precoce formazione sull’isola di un fronte favorevole a una politica espansionistica, di cui Crispi si fece portavoce e che influì più ancora dello scontro personale e di potere nella decisione dei deputati crispini e di quelli nicoterini di abbandonare la maggioranza parlamentare all’epoca della formazione del terzo ministero Cairoli.
Nonostante i rimandi a Damiani e ai Florio, rimangono però piuttosto in ombra le caratteristiche e la consistenza del partito crispino nell’isola prima del 1887, soprattutto a fronte dell’ampia ricostruzione che ne viene fatta nel quarto capitolo per la fase successiva. È questa la parte più innovativa e interessante del volume, in cui Astuto intreccia con efficacia tre percorsi interpretativi: la storia del risanamento urbano operato dopo l’epidemia di colera; l’azione sviluppata dai prefetti inviati nell’isola per abbattere le élites depretisine; gli effetti sui consigli comunali e provinciali dei maggiori poteri di controllo e di intervento dell’esecutivo introdotti con la legge del 1888.
Un impianto metodologico analogo presenta il quinto e ultimo capitolo, che propone una sintesi dei risultati già acquisiti con lo studio sui Fasci, intesi come fenomeno non periferico, inserito nei processi europei di modernizzazione. La storia della Sicilia negli anni della rivolta, ?laboratorio politico? del secondo ministero Crispi (p. 271), viene scandagliata attraverso la ricostruzione del dispiegamento del meccanismo repressivo, dell’ideazione e del fallimento delle riforme e dei primi provvedimenti speciali, della ricerca di un nuovo equilibrio tra personale governativo e classi dirigenti locali, fino al definitivo tracollo del partito crispino alle elezioni politiche del 1897.

Silvano Montaldo