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Giuseppe Berruto e Bruno Vasari (a cura di) – I bollettini di Dachau – 2002

Giuseppe Berruto e Bruno Vasari (a cura di)
Milano, Franco Angeli, pp. 245, euro 20,50

Anno di pubblicazione: 2002

Con questa pubblicazione sono resi disponibili materiali documentari di notevole valore per la storia della galassia concentrazionaria nazionalsocialista e della deportazione dall’Italia; il nucleo dell’opera è costituito dalla riproposizione dei contenuti di quasi tutta la serie (composta originariamente da trentasette numeri, per un arco temporale che va dal 1°maggio 1945 al 29 giugno successivo) del bollettino ?Gli Italiani in Dachau?, organo del comitato di resistenza italiano nel KL omonimo, uscito allo scoperto dopo la liberazione del campo, il 29 aprile 1945, e trovatosi addosso la responsabilità di guidare i 2.184 italiani al momento ancora in vita (il sesto gruppo nazionale in ordine di grandezza tra quanti erano presenti nel Lager bavarese), il cui rimpatrio avrebbe richiesto un’attesa di non poche settimane. Provenienti dalla collezione privata di Giovanni Melodia (antifascista, arrestato nel 1939 e deportato nel 1943; animatore della resistenza interna e in seguito del bollettino, dopo il ritorno in Italia fu autore di pregevoli opere memorialistiche sull’esperienza propria e dei compagni), i numeri superstiti (ventinove in tutto) sono stati copiati integralmente, data la difficoltà materiale di attuarne una ristampa anastatica (si tratta di ciclostilati in condizioni tutt’altro che ottime); a mo’ di esempio sono stati riprodotti alcuni dei frontespizi, dalla grafica variabile. Che cosa si raccontava in quei fogli, quasi sempre conclusi dall’appello al lettore perché li facesse circolare, data la scarsità di carta da stampa? Un campionario di notizie assai vasto, che comprendeva dalle comunicazioni di uso quotidiano (come fare per il recupero degli oggetti personali depositati all’arrivo presso l’ufficio matricola), agli ammonimenti (Non toccare proiettili abbandonati!), agli avvisi sui tempi dell’evacuazione, ma altresì un gran numero di informazioni (in genere tradotte dal giornale delle truppe statunitensi ?Stars and stripes?, ma non solo: ad un certo punto cominciano a giungere copie del quotidiano bolzanino ?Alto Adige?) sull’andamento delle operazioni militari, sulla situazione politica complessiva, sulle prese di posizione di questo o quell’esponente politico dell’alleanza antifascista. Non mancava il dibattito politico sulle cose italiane: val la pena di ricordare l’accesa polemica che si aprì nel numero dell’8 giugno 1945 tra i componenti di un ?gruppo giuliano antifascista? che, in un articolo già apparso (in italiano) sul foglio omologo jugoslavo e qui ripreso sostenevano l’opportunità del passaggio di Trieste e circondario alla Jugoslavia, e Fernando Gandusio, Edmondo Puecher, Giovanni Tanasco, deportati membri del CLN triestino, che ne contestavano le tesi. Col passare del tempo, cominciano a comparire su ?Gli Italiani in Dachau? testimonianze e racconti stesi dai deportati stessi, che raccontano episodi della propria esperienza concentrazionaria, dall’arresto, al trasporto, al lavoro coatto. Trattandosi di scritti solo di rado pubblicati, la loro attuale disponibilità è importante. Completano il volume, curato da due deportati che si sono fatti testimoni e storici della propria esperienza, un saggio di Valerio Morello sulla liberazione di Dachau, e due appendici documentarie.

Brunello Mantelli