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Giuseppe Vedovato – Da «figli di un dio minore» a protagonisti della partecipazione. Storia della Filca, la federazione delle costruzioni e del legno della Cisl – 2008

Giuseppe Vedovato
Milano, FrancoAngeli, 380 pp., euro 35,00

Anno di pubblicazione: 2008

Il libro di Vedovato ricostruisce le vicende della Filca-Cisl «ispirandosi consapevolmente ed esplicitamente all’ipotesi storiografica propugnata in particolare dalla Fondazione Pastore» (p. 22), cioè all’impostazione, formulata per primo da Mario Romani, che pone il sindacato al centro della storia italiana, tanto nella variante conflittuale, quanto in quella partecipativa. In tal modo, attraverso i documenti dell’Archivio Filca, le riviste sindacali e alcune interviste, l’a. offre una storia accurata della federazione e del suo gruppo dirigente.Il volume si apre con un rapido excursus sulle vicende sindacali del settore nell’Italia liberale: i primi passi del mutualismo interclassista e il passaggio alla resistenza; l’egemonia dei riformisti e la scarsa presenza dei cattolici; l’intransigenza e il paternalismo degli imprenditori. Il racconto entra nel vivo con il secondo dopoguerra, quando le forti tensioni tra le componenti della Cgil unitaria sfociano nelle scissioni e nella costituzione della Cisl. Le difficoltà operative degli inizi lasciano presto spazio al consolidamento di un nuovo modello sindacale, di cui la Filca, strutturatasi tra il 1955 e il 1959, è parte integrante. La storia si dipana per circa mezzo secolo, fino quasi ai nostri giorni, attraverso l’analisi dei congressi, dei contratti, del dibattito interno: dagli anni ’60, che vedono il rafforzamento della categoria, agli anni ’70, nei quali la crescita organizzativa si intreccia con gravi lacerazioni nella Cisl, dovute al processo di unità sindacale; dalla successiva crisi di leadership e di strategia, protrattasi per un decennio, all’affermazione durante la stagione della concertazione di un modello sindacale, bilaterale e partecipativo, sempre più influente all’interno della Confederazione.La ricerca ha il merito di ampliare l’analisi storica delle culture sindacali in Italia. Accanto al modello Cgil, più orientato in senso conflittuale e politico ? che però l’a. legge riduttivamente in chiave antagonistica ? Vedovato esamina le novità introdotte dalla Cisl in tema di autonomia, contrattazione aziendale, autogoverno delle categorie. All’interno di tale schema, collaborativo e associativo, prende forma la cultura della Filca, che risente di condizioni produttive frammentate, e che dunque affida la sua identità alla bilateralità e alla responsabilizzazione di sindacato e lavoratori, finendo per entrare in competizione con altri modelli sindacali, prima ancora che con le controparti.Vedovato non nasconde la condivisione per il modello Filca. Purtroppo, tale adesione lo porta in alcune occasioni a polemizzare in modo discutibile con alcuni storici, cui viene rimproverato di perpetuare «stereotipi» sul reale apporto dei cattolici nella storia del sindacato. La polemica finisce per coinvolgere anche studiosi vicini alla Cisl che in passato hanno criticato il modello partecipativo delle origini. L’obiettivo dichiarato è quello di indicare nella Filca il «modello di sindacato vincente nella fase postindustriale» (p. 254).

Fabrizio Loreto