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Giuseppina Tullio – Monete ed economie. Le relazioni anglo-italiane nel secondo dopoguerra – 2001

Giuseppina Tullio
Napoli, ESI, pp. XXX-405, euro 27,89

Anno di pubblicazione: 2001

Il volume ricostruisce accuratamente le relazioni economiche tra Italia e Regno Unito dalla fine della seconda guerra mondiale fino ai primi anni cinquanta concentrandosi particolarmente sui problemi legati alle relazioni commerciali ed analizzando come le questioni valutarie influissero sugli accordi commerciali sia limitando le quantità e selezionando i tipi di prodotti da scambiarsi, sia fornendo gli spunti per tensioni e ritorsioni che si riverberavano appunto sulle relazioni commerciali. In particolare si mette in evidenza come la generalizzata scarsità di dollari nell’immediato dopoguerra creasse problemi per il reperimento di materie prime e beni capitali con cui ricostruire le economie disastrate dalla guerra. Questo problema era difficilmente aggirabile anche da paesi come l’Italia che godevano di un surplus con la Gran Bretagna e quindi di disponibilità in sterline che però non erano convertibili in dollari e che non potevano essere spese liberamente a causa del sistema con cui veniva gestita la trasferibilità di sterling balances da parte delle autorità britanniche. D’altro canto anche la politica valutaria italiana, caratterizzata da un sistema di cambi multipli che mal si accordava con le regole stabilite a Bretton Woods e sostenute dal Fondo Monetario Internazionale, costituiva un argomento di forte attrito tra i due paesi. Infatti il sistema di cambi multipli italiano implicava di fatto una svalutazione della sterlina nei confronti del dollaro attraverso la conversione in lire (cross-rate) e questo fatto era ritenuto inaccettabile dalle autorità inglesi che perseguivano l’obiettivo di ristabilire il ruolo della sterlina come valuta-chiave internazionale. Gran parte di questi problemi furono progressivamente superati grazie agli sviluppi della situazione internazionale che caratterizzarono la fine degli anni quaranta ed i primi anni cinquanta.
Il libro ha il suo punto di forza nella dettagliata ricostruzione delle trattative e delle posizioni assunte di volta in volta dai rappresentanti di Italia e Regno Unito. Anche la rilevanza di alcuni problemi tecnici e del contesto economico internazionale sulla vicenda, appare curata e funzionale al tema centrale del testo che rimane comunque quello delle relazioni commerciali tra i due paesi. L’inserimento di questa specifica vicenda nel contesto internazionale offre all’autrice l’opportunità di illustrare problemi di storia economica internazionale poco discussi, perlomeno nella letteratura in lingua italiana. In questo caso il libro rappresenta anche una sintesi della bibliografia straniera su temi quali la sterling area e le vicende valutarie del secondo dopoguerra che può risultare utile agli studiosi interessati a questo argomento ma che non leggono o non conoscono la vasta bibliografia pubblicata in inglese su questi temi, bibliografia di cui la stessa autrice trascura alcuni importanti contributi che le avrebbero potuto fornire notevoli spunti per una più raffinata analisi del contesto internazionale del periodo.

Roberto Di Quirico