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Gli spazi sabaudi. Percorsi e prospettive della storiografia

Blythe Alice Raviola, Claudio Rosso, Franca Varallo (a cura di)
Roma, Carocci, 318 pp., € 33,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il volume, raccolta di atti del convegno omonimo tenutosi il 25-27 novembre 2015
in sedi diverse (Cripta di Sant’Andrea, Vercelli; Reggia di Venaria; Fondazione Firpo, Torino),
ha avuto una lunga gestazione editoriale in ragione del fatto che i tre curatori hanno
cercato coraggiosamente di far dialogare studiosi non solo di diverse discipline (storici,
storici dell’arte, storici dell’architettura, letterati e giuristi) ma di opinioni divergenti. Due
dei curatori (Blythe Alice Raviola e Franca Varallo) nel corso della presentazione del volume
(svoltasi alla Fondazione Einaudi il 12 giugno 2019) hanno osservato con rammarico
che al momento della preparazione degli atti, si sono registrate defezioni specie da parte
degli storici dell’arte.
Effettivamente se si scorre il programma del convegno (pubblicato alle pp. 13-15)
delle 25 relazioni presentate ne sono state pubblicate 19 (non tutte però sono dei relatori
ma bensì di altri studiosi che avevano partecipato ai dibattiti delle singole sessioni), alcune
delle quali seguono una scansione cronologica (Pierpaolo Merlin, Claudio Rosso, Pierangelo
Gentile i cui saggi vertono sul ’500, il ’600 e l’800), altre invece sono più tematiche
(Luisa Gentile, Romagnani, Paola Bianchi, che si occupano della frequentazione degli archivi
da parte dei medievisti, delle istituzioni culturali tra ’700 e ’800 e di storia militare).
Lo spunto di riflessione comune a tutti gli autori sono stati due volumi editi nel
1980 (Studi sul Piemonte. Stato attuale, metodologie e indirizzi di ricerca, Torino, Centro
Studi piemontesi, prodotto di un convegno del 1979 organizzato da Luigi Firpo, Franco
Venturi e Giovanni Tabacco) e nel 2007 (Il Piemonte in età moderna. Linee storiografiche
e prospettive di ricerca, a cura di Paola Bianchi, Ispre-Centro Studi piemontesi). Quest’ultimo
uno dei frutti editoriali dell’Istituto per la Storia del Piemonte Regione Europa
che fu un tentativo non del tutto realizzato di «infondere nuova linfa agli studi di storia
regionale» (p. 126).
Obiettivo del volume è offrire un panorama storiografico degli studi sul ducato sabaudo
dal 1985 al 2015 circa. Secondo Gianvittorio Signorotto (uno degli studiosi che ha
partecipato alla già menzionata presentazione) gli interventi relativi all’età moderna sono
preponderanti, anche se manca un capitolo dedicato specificatamente al ’700.
A lungo la storiografia sabauda si era concentrata sul XVIII secolo analizzando tematiche
di storia socio-culturale, trascurando temi come la corte, la diplomazia, la vita religiosa.
Questa tendenza iniziò a venir meno grazie al seminario universitario di studi «Come si
studia uno Stato di Antico regime: il caso del Piemonte» diretto da Giuseppe Ricuperati a
partire dal 1977, che fu un’esperienza fondante per uno dei curatori (Rosso) e per alcuni
autori presenti nel volume (Merlin, Romagnani). In quegli incontri si iniziò a prendere in
considerazione secoli poco studiati come il ’500 e il ’600 ora al centro di molte ricerche,
come ampiamente dimostrano le riflessioni contenute in questo volume.

Frédéric Ieva