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Grande guerra e idea d’Europa

Carlo G. Lacaita (a cura di)
Milano, FrancoAngeli, 216 pp., € 28,00

Anno di pubblicazione: 2017

Frutto di un convegno tenuto il 19 e il 20 novembre 2015 presso il Museo del Risorgimento di Milano, il volume curato da Carlo Lacaita si offre come occasione quanto mai propizia – ora più che mai – di riflessione storiografica sull’intreccio drammatico e complesso tra la Grande guerra, i nuovi equilibri internazionali e una nuova idea di Europa. Per dirla con il curatore, questa raccolta di saggi lavora sul rilievo che «l’idea di un diverso assetto europeo assunse presso diversi ambienti politici e culturali come antitesi agli orrori generati dalle rivalità fra le potenze, e sulle iniziative che furono messe in campo negli anni del conflitto e nei successivi per superare o almeno limitare la sovranità assoluta degli Stati-nazione» (p. 10).
I quattordici saggi esplorano idee, riflessioni, progetti spesso molto diversi, ancorandoli per lo più ai percorsi di alcune biografie «esemplari»; da Romain Rolland (R. H. Rainero) a Ettore Ponti (C. G. Lacaita), da Luigi Einaudi (M. A. Romani) a Giovanni Agnelli e Attilio Cabiati (V. Castronovo), da Filippo Turati (M. Punzo) a Otto Bauer (C. Moos), daGuglielmo Ferrero (E. Signori) a Luigi Sturzo (A. Giovagnoli), da Goldsworthy Lowes Dickinson (A. Castelli) alla Massoneria italiana (M. Cuzzi), da «Coenobium» (C. G. Anta) ai percorsi paralleli di Briand e Stresemann (M. Ostenc), da Coudenhove-Kalergi (P. S. Graglia) a Jean Monnet (D. Preda). Il quadro composto da questo volume è quello di una storia delle idee di Europa, soprattutto, che riesce però a superare la dimensione ideal/teorica. Come d’altra parte si evita accuratamente di proporre una galleria di «santini» europeisti. Anzi. Merito degli autori dei saggi è di aver messo in stretto contatto la speculazione intellettuale con la realtà della guerra e del dopoguerra, e fatto emergere le contraddizioni, gli sviluppi, i ripensamenti o le delusioni di questi precursori e fondatori dell’Europa unita. In molti di loro, di fronte al cataclisma bellico si consumò, infatti, un conflitto tra le appartenenze ideali, la dura realtà del conflitto e il bisogno di porre fine a ogni guerra che non di rado produsse riflessioni assai lungimiranti.
Paradigmatico il caso di Rolland, come quello Turati, di Bauer, di Sturzo, di Ferrero, o della variegata galassia massonica italiana, per citarne solo alcuni; uomini e istituzioni che, partendo da un quadro di riferimento ideale (dall’universalità cristiana all’internazionalismo socialista, dal pacifismo quasi tolstoiano alle solidarietà democratiche), dovettero fare spesso i conti con la difficile situazione europea degli anni della Grande guerra e dei non meno drammatici anni successivi. Anche in piccolissima parte ciascuno di loro aggiunse alla fine un tassello alla tormentata e ininterrotta riflessione europeista.

Barbara Bracco