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Guido Innocenzo Gargano – Camaldolesi nella spiritualità italiana del novecento – 2002

Guido Innocenzo Gargano
vol. III, Bologna, Edizioni Dehoniane, pp. 219, euro 15,49

Anno di pubblicazione: 2002

Il terzo volume di Camaldolesi nella spiritualità italiana nel Novecento conclude il tentativo di Innocenzo Gargano di ricostruire il ruolo di Camaldoli nella storia della Chiesa ? ma anche della società italiana ? nel XX secolo. Tre volumi per una vicenda che ha riguardato poche decine di religiosi sembrano, a prima vista, decisamente troppi. Tuttavia, Camaldoli ha rappresentato un riferimento originale per il cattolicesimo italiano del secolo scorso e questo nome evoca vicende di un qualche rilievo, come il Codice di Camaldoli, testo di riferimento dei cattolici durante i lavori della Costituente. Recentemente, la stampa è tornata a occuparsi di Camaldoli, per gli incontri qui tenuti da Romano Prodi quasi raccogliendo un’eredità che va dal leader democristiano Amintore Fanfani a Raniero La Valle, Piero Pratesi e Mario Gozzini, eletti senatori nel 1976 nelle liste del PCI.
Camaldoli, però, non appartiene alla storia del cattolicesimo politico, ma piuttosto a quella della spiritualità italiana contemporanea, come ricorda Gargano. Perché dunque anche tanti itinerari politici sono passati di qui? L’autore ha avuto il merito di dedicare attenzione ad un oggetto singolare sotto il profilo storico: non è facile, infatti, ricostruire il ruolo di un monastero in un mondo, quello contemporaneo, in cui queste realtà sono assai meno importanti di quanto fossero nel Medioevo. Gargano non si pone propriamente l’obiettivo di fare la storia di Camaldoli, ma piuttosto di raccogliere la memoria di un luogo, di un ambiente, di una trama di rapporti. Ciò non toglie che il suo lavoro presenti più di un pregio sotto il profilo storico, come l’indicazione di documenti interessanti, alcuni dei quali pubblicati integralmente (è il caso di due lettere Giovanni Battista Montini).
Proprio a Montini ? e al domenicano Mariano Cordovani ? Gargano attribuisce un ruolo cruciale nella trasformazione di questa piccola realtà monastica in centro di spiritualità, di cultura, di rinnovamento ecclesiale. Uno dei motivi dell’attrazione esercitata da Camaldoli, egli spiega, è costituito dalle personalità che hanno animato questo luogo, come Benedetto Calati e Anselmo Giabbani. Gargano collega la figura di Calati ad una geografia umana indicativa di una sensibilità legata al Vaticano II (da Giuseppe Dossetti a Franco Costa, da Lorenzo Milani a David Turoldo), ma attribuisce il fascino da lui esercitato soprattutto al recupero della tradizione mistica del monachesimo benedettino e, ancor più, a un forte richiamo biblico-patristico.
Secondo l’autore, anche l’influenza di Camaldoli sulla politica italiana contemporanea va ricondotta, almeno in parte, all’attrazione esercitata da monaci che hanno saputo rendere attuale l’antico messaggio dei Padri. Ma Gargano non si ferma a singole figure: individua anche nello spazio monastico in quanto tale uno snodo attraverso cui sono passati tanti contatti religiosi e politici. Il segreto di Camaldoli, insomma, non è solo nel fascino dell’eremo ma anche nella presenza di una foresteria: qui l’antica vocazione monastica dell’ospitalità ha svelato una valenza specificamente contemporanea.

Agostino Giovagnoli