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Harold James – Capitalismo familiare. Falck, Haniel, Wendel e il modello d’impresa nell’Europa continentale – 2008

Harold James
Milano, Brioschi, 490 pp., euro 30,00 (ed. or. Cambridge Ma., 2006)

Anno di pubblicazione: 2008

Il libro segue per circa due secoli le vicende di tre famiglie di paesi diversi. I Wendel in Francia, gli Haniel in Germania e i Falck in Italia. L’a., professore di Storia e di Affari internazionali a Princeton, molto noto per i suoi studi di politica economica internazionale, afferma di aver selezionato questi casi per la loro longevità e in quanto la loro storia imprenditoriale si è svolta soprattutto in rami ? la siderurgia e la meccanica pesante ? strategici per l’industrializzazione europea, la difesa nazionale e il conflitto sociale. Le tre dinastie non sono famiglie tipiche, né icone del capitalismo familiare. Rappresentano però quel «capitalismo renano» ? tutte e tre hanno iniziato l’attività nelle aree industriali delle valli del Reno e della Mosella ? che costituisce uno dei tratti più suggestivi di un modello europeo continentale che si contrappone a quello anglosassone. È il capitalismo degli stakeholders e non degli shareholders, dell’impresa come community e non come commodity. Il volume è di lettura assai piacevole, una vera e propria saga che si dipana dal ‘700 ad oggi, all’interno della quale troviamo ciò che ci si aspetta nelle vicende di «padroni delle ferriere»: solidarietà familiare ma anche liti furibonde, capitani d’industria e sconsiderati dissipatori di ricchezza, donne coraggiosissime in grado di prendere in mano le sorti dell’impresa in frangenti disperati e uomini egoisti che sacrificano l’interesse familiare al proprio tornaconto di breve termine. In ogni caso queste tre dinastie vantano tuttora un cospicuo patrimonio. La saldezza dei valori familiari ha prevalso sul resto ed è probabilmente questa saldezza che ha loro consentito di uscire dai settori tradizionali per posizionarsi nella finanza e nei servizi, cavalcando così la corrente delle più generali trasformazioni economiche. L’idea di fondo del lavoro, come la espone chiaramente l’a. in una complessa introduzione, è affermare la validità del capitalismo familiare negata a suo parere dalla cosiddetta business history chandleriana. La famiglia imprenditoriale secondo James è in grado di destreggiarsi e padroneggiare le spinte provenienti da due altre grandi istituzioni: lo Stato e il Mercato. Allo Stato che «per natura» tende al controllo degli operatori economici indipendenti, la grande impresa familiare dimostra di essere portatrice di capacità ed efficienza che la rendono indispensabile alla ricchezza di una nazione. Al Mercato sa opporre i valori sociali, le relazioni di lungo termine, il paternalismo, che, se assenti, causerebbero gravi fenomeni di disgregazione e, in definitiva, di impoverimento. James è tuttavia consapevole di due elementi, uno di contenuto e l’altro metodologico. Il primo è dato dal fatto che per la sua sopravvivenza l’impresa familiare deve saper accettare un vasto arruolamento e promozione del management potenzialmente in grado di erodere il suo potere. Il secondo è che è impossibile giungere a generalizzazioni su un idealtipo come «capitalismo familiare» partendo da tre casi pur così approfonditi. Non si può che condividere quest’ultima affermazione ed auspicare ricerche più vaste e sistematiche.

Franco Amatori