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Hervé Antonio Cavallera (a cura di) – Marco Gatti e la riforma della scuola – 2003

Hervé Antonio Cavallera (a cura di)
Manduria-Bari-Roma, Lacaita, pp. 250, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il volume raccoglie gli atti di un convegno svoltosi a Manduria per iniziativa congiunta del Dipartimento di scienze pedagogiche, psicologiche e didattiche dell’Università di Lecce e dei locali Liceo classico statale ?De Sanctis? e Liceo scientifico statale ?Galilei?. Questa doppia paternità dell’iniziativa, ma anche le caratteristiche del personaggio indagato e della tradizione di studi che lo ha finora tramandato ai posteri, spiegano il difficile equilibrio tra storia settoriale, dell’educazione, ed erudizione locale in cui si colloca questa pubblicazione.
Il contributo di Hervé Cavallera, professore di storia della pedagogia dell’Università salentina che aveva già curato la ripubblicazione di M. Gatti, Della riforma della istruzione pubblica nel Regno delle Due Sicilie (Lecce, Pensa multimedia, 1998), illustra i contenuti del saggio del Gatti, pubblicato nel 1820, nella tradizione che inizia con Genovesi, passando per il Cuoco e il Galdi. L’approccio di Cavallera è quello tipico di storia etico-politica. Il documento esaminato è insieme interessante quanto per l’epoca inattuale per la mancanza nei fatti dell’interlocutore Stato interventista e riformista, anche se ad un lettore benevolo vi può vedere l’auspicio di un despota illuminato in ritardo o quella di un sovrano costituzionale in anticipo.
I saggi di Piero Lacaita su La formazione di Marco Gatti e la sua azione etico-politica nella società manduriana della prima metà dell’Ottocento e di Anna Maria Colaci su Prospettive educative nell’opera di Serafino Gatti, fratello di Marco e appartenente agli scolopi, hanno i pregi dell’informazione erudita, frutto dell’attento scavo delle fonti locali.
Il saggio di Michel Ostenc dà conto di molte riforme compiute, o almeno progettate, in Italia da quel momento in poi. Il saggio di Luciano Pazzaglia compie un’ampia rassegna degli studi, secondo quel filone di studi che ha visto il superamento della classica lettura risorgimentista, a vantaggio di una analisi che tenga presente anche il contesto e quindi le politiche dei diversi Stati preunitari, le presenze vecchie e nuove delle iniziative cattoliche e le articolazioni regionali degli stessi gruppi liberali che poi confluiranno nel movimento risorgimentale. Analoga è la sensibilità del contributo di Roberto Sani su istruzione e scuola nel Mezzogiorno dalla Restaurazione all’Unità, che contribuisce a sfumare il quadro puramente negativo della situazione meridionale che ci è stato tramandato dalla polemica liberale degli anni della ?Seconda Restaurazione? e che era stato ripreso nelle classiche trattazioni di Girolamo Nisio e Alfredo Zazo, valorizzando soprattutto il recente contributo di Maurizio Lupo. Il saggio di Anna Ascenzi, L’insegnamento della storia nelle scuole italiane dall’età dei Lumi all’unificazione nazionale, fornisce una panoramica anticipando alcuni risultati di un’ampia ricerca poi sfociati in un recente volume. Il saggio di Francesco Mineccia, La reazione del 1820-21: Marco Gatti e la reazione borbonica, fornisce una utile rassegna della storiografia sul contesto politico del quale l’abate manduriano si illuse per un attimo di essere un protagonista, mentre si ritrovò ad esserne una vittima.

Angelo Gaudio