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I socialisti e il sindacato 1943-1984

Enzo Bartocci, Claudio Torneo (a cura di)
Roma, Viella, 456 pp., € 38,00

Anno di pubblicazione: 2017

In questo sesto volume della collana Le culture del socialismo italiano, promossa dalla
Fondazione Giacomo Brodolini, si affronta il tema delle culture sindacali presenti nel
socialismo dalla vigilia del Patto di Roma, che nel giugno 1944 diede vita alla Cgil –
successivamente detta per convenzione unitaria, per distinguere le due fasi del maggior
sindacato italiano prima e dopo le scissioni del 1948 – al 1984, anno nel quale si ruppe
la federazione unitaria Cgil Cisl Uil, nata nel 1972 nel pieno della conflittualità operaia e
morta dodici anni dopo sullo scoglio della scala mobile. Si mise allora la parola fine a uno
dei principali obiettivi che, nell’interpretazione di Bartocci, fu proprio delle componenti
socialiste presenti nei tre sindacati, Cgil e Uil in particolare, ma con robuste influenze
anche nella Cisl, rappresentate da protagonisti di primo piano quali Gino Giugni e Pierre
Carniti.
Il tema dell’unità, anzitutto interna alla Cgil con i rapporti complessi tra corrente
comunista e corrente socialista, viene approfondito in due passaggi fondamentali: la questione
dell’incompatibilità tra cariche politiche e sindacali, su cui si incentra il saggio di
Maria Paola del Rossi, e il difficile distacco della Cgil dalla Federazione sindacale mondiale,
di cui scrive Emilio Gabaglio. Giorgio Benvenuto e Antonio Maglie affrontano il
tentativo di realizzare l’unità organica sull’onda delle mobilitazioni operaie susseguitesi
all’autunno caldo, in un lungo contributo che ripercorre l’intera storia sindacale di quegli
anni. Il tema dell’unità percorre anche il saggio di Enzo Bartocci su Partito socialista e
Cgil.
L’altra grande questione su cui si attivarono i sindacalisti socialisti fu quella del ruolo
che il sindacato avrebbe dovuto svolgere nei riguardi della programmazione, tentata con
i governi di centro-sinistra, su cui si spesero esponenti del Partito quali Antonio Giolitti,
Giacomo Brodolini, Giovanni Pieraccini, Riccardo Lombardi e sindacalisti quali Ferdinando
Santi e Piero Boni. Di questo tema si occupa in particolare il saggio di Enzo Russo
su sindacato e politica economica tra anni ’60 e ’70.
I saggi raccolti non vertono solamente sulle culture sindacali socialiste, ma anche
su quelle che, da altre organizzazioni e in vari momenti, mostrarono convergenze strategiche.
Tra le prime, in un ambiente pluralista quale quello socialista, si distinguono i
socialisti unitari, favorevoli all’alleanza con il Partito comunista, gli autonomisti, schierati
sulla posizione opposta, gli operaisti ispirati da Raniero Panzieri. Tra le seconde, la
componente militante della Fim, affrontata nel saggio di Tiziano Treu, e la vicenda della
sinistra sindacale trattata da Fabrizio Loreto. Da una felice commistione di contributi di
protagonisti di primo piano della storia sindacale italiana e di affermati ricercatori emerge
un ricco panorama delle culture socialiste in relazione a tappe rilevanti della storia della
sinistra tutta, negli anni culminanti dell’industrializzazione italiana.

Stefano Musso