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Il Concilio e Paolo VI. A cinquant’anni dal Vaticano II

Enrica Rosanna (a cura di)
Roma, Studium, 428 pp., € 35,00

Anno di pubblicazione: 2016

La ricorrenza del cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II è stata l’occasione che ha spinto numerosi studiosi, a livello internazionale, a riprendere in una prospettiva nuova il dibattito sul significato storico e teologico del Vaticano II, da cui sono scaturiti un numero considerevole di incontri di studio e pubblicazioni di varia natura. Anche l’Istituto Paolo VI di Brescia ha voluto prendere parte a questa riflessione, dedicando il suo XII colloquio internazionale al tema Il Concilio e Paolo VI. A cinquant’anni dal Vaticano II. Un argomento a cui l’Istituto aveva già dedicato in passato ben tre Colloqui, finalizzati a ricostruire il contributo di Montini al primo periodo conciliare e le forme e le modalità attraverso cui ha guidato i lavori dell’assise conciliare, dal secondo periodo sino alla sua conclusione.
Il volume collettaneo, che raccoglie gli atti del colloquio Internazionale, tenutosi a Concesio (Brescia) il 27, 28 e 29 settembre 2013, offre un contributo originale al dibattito sull’interpretazione del Concilio Vaticano II, in linea col metodo seguito fin dagli inizi dell’Istituto, quello di coniugare l’incontro e il dialogo tra ricerca storica e riflessione teologica. L’interrogativo a cui il volume ha tentato di rispondere è quello che Angelo Maffeis sottolinea nella sua Introduzione «tra lo stile conciliare e lo stile caratteristico di Paolo VI e, insieme, del modo in cui egli ha interpretato il ministero pastorale» (p. 4). I numerosi contributi hanno approfondito, sulla base di ricerche sistematiche e documentazione inedita, le relazioni tra papa Montini e la multiforme e variegata assemblea conciliare e i motivi in cui il suo stile personale e pastorale ha influenzato quello del Vaticano II.
Il volume privilegia un duplice registro. Da un lato, quello di ricostruire il suo metodo nel guidare il Concilio e l’avvio della sua ricezione nella stagione postconciliare, attraverso l’analisi dei suoi rapporti con la curia romana, il cosiddetto «metodo montiniano» (Evelyne Maurice), con alcuni episcopati nazionali – i vescovi spagnoli (Juan Maria Laboa Gallego) o italiani (Annibale Zambarbieri) – o con alcuni gruppi ostili al Concilio, ma organizzati all’interno dell’assemblea conciliare, finalizzati ad attenuare il loro dissenso, come il Cœtus Internationalis Patrum (Philippe Roy Lysencourt), o i rapporti con Marcelle Lefebvre e il suo movimento (Giovanni Miccoli). Dall’altro, quello di offrire un bilancio della storiografia sul Vaticano II (Jean-Dominique Durand), nonché sulla sua ermeneutica (Gilles Routhier), e dell’interpretazione teologica di questo evento fondamentale nella vita della Chiesa contemporanea, come si è andata sviluppando dagli anni del postConcilio, sino al noto intervento di Benedetto XVI, pronunciato nel suo incontro con la curia romana il 22 dicembre 2005, sulla «ermeneutica della riforma» (Franco Giulio Brambilla).
Un volume che offre agli studiosi una varietà di suggestioni utili e innovative, che gettano luce nuova sulle dinamiche conciliari, suggerendo nello stesso tempo una valutazione del Concilio a cinquant’anni dalla sua conclusione.

Gianni La Bella