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Il fondo Paolo Boselli e la Grande Guerra

Paolo Franzese (a cura di)
Accademia delle Scienze di Torino, I libri dell’Accademia 14, Firenze, Olschki, XXIII-133 pp., € 25,00

Anno di pubblicazione: 2018

Rientra nel quadro del progetto speciale di valorizzazione dei fondi archivistici soste- nuto dalla Compagnia di San Paolo, il volume curato dall’attuale direttore dell’Archivio di Stato di Napoli, già noto per aver coordinato diversi progetti di riordinamento di ar- chivi storici regolarmente sfociati in inventari. E rientra – allo stesso tempo – nel quadro delle pubblicazioni promosse dal Comitato tecnico-scientifico speciale per il patrimonio storico della prima guerra mondiale. Un’azione congiunta e convergente di matrice cele- brativa ha dunque consentito la digitalizzazione del fondo e la stampa del libro.
Va subito osservato che si tratta di materiale archivistico di consistenza assai mode- sta, giunto all’Accademia delle Scienze di Torino per volontà della famiglia e consisten- te, in origine, in due grandi faldoni – poi ricollocato in quattro buste – comprendenti, principalmente, corrispondenze riguardanti l’attività di Paolo Boselli (1838-1932) nel momento in cui assunse le vesti di presidente del Consiglio dei ministri (giugno 1916-ot- tobre 1917).
Quattro le parti che compongono il volume: la Premessa di Paolo Franzese (pp. IX-XXIII), la descrizione della Struttura del fondo (pp. 1-6), l’Inventario (pp. 7-39) e le Appendici (pp. 41-127). Quest’ultima si articola in tre sezioni: una Prima analisi dei documenti affidata a Maria Concetta Dentoni (pp. 43-51), una nutrita Riproduzione di do- cumenti (pp. 53-120), una nota di Elena Brogi su Gli opuscoli (pp. 121-127) concernente i quasi 4000 opuscoli e un numero imprecisato di libri, probabilmente provenienti dalla casa di Cumiana, ulteriore dono della famiglia.
A chi volesse indagare la figura e l’opera di Paolo Boselli – uomo dai numerosi inte- ressi culturali e politici, con spiccata attenzione per i problemi dello sviluppo economico nazionale e internazionale e con un’intensa attività parlamentare – i documenti qui pre- sentati (che si affiancano al ben più cospicuo materiale conservato presso l’Archivio Cen- trale dello Stato distribuito tra fondi diversi e dai contenuti più eterogenei), potrebbero consentire un supplemento d’indagine ma non tale da recare nuove conoscenze.
Le carte – bozze, appunti, promemoria e lettere (a volte non spedite) – restituiscono infatti opinioni e sfumature dello statista nel tormentato biennio 1916-1917: la comples- sità dei rapporti con il comando supremo dell’esercito, le relazioni con i governi dei paesi alleati e con la Santa Sede, gli sforzi per il mantenimento di una precaria concordia all’in- terno di una compagine ministeriale molto instabile, il suo profondo rammarico allorché fu chiamato a deporre nel giugno 1918 davanti alla Commissione incaricata di indagare sulle cause del disastro di Caporetto (e un ulteriore fascicolo sul 1923 per la convocazione di un’altra Commissione ministeriale). A questi materiali non si può chiedere molto, se non uno spaccato delle difficoltà dell’uomo e della sua tenace volontà di memorizzare e tenere traccia degli eventi.

Rosanna Scatamacchia