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Il ghetto delle Cherche. Appunti per una storia della Comunità ebraica di Carmagnola

Bruno Taricco
Prefazione di Alberto Cavaglion, Torino, Silvio Zamorani, 536 pp., € 42,00

Anno di pubblicazione: 2018

L’indagine sulla storia degli ebrei in Piemonte si arricchisce del volume dedicato alla comunità di Carmagnola, racchiusa – sino all’emancipazione – nel ghetto delle Cherche.
La ricerca di Bruno Taricco, fondata largamente su fonti archivistiche, contribuisce a ri- costruire «la trama della presenza ebraica» nella città piemontese, dalla fine del Medioevo all’allargamento del numero delle famiglie nell’età moderna, attraverso un «filo vettoriale» (p. 14) che lega – come scrive Cavaglion nella Prefazione – le comunità ebraiche di Saluz- zo, Carmagnola e Torino, diverse nelle loro vicende ma territorialmente contigue.
Nell’architettura del volume è ripercorsa la storia della comunità: dagli insediamenti avvenuti nel ’500 a quelli del ’600 con l’arrivo dei Ghirone, dei Rimini, dei Calvo e dei Foa – che si affiancavano ai Diena e ai Laude rappresentanti «le presenze commercialmen- te più attive» (p. 49) della comunità –, al passaggio alla ghettizzazione nel 1724, alla prima emancipazione francese, a quella del 1848 con la successiva entrata in maniera paritetica nella vita del Regno, per seguire poi la partecipazione alla guerra del 1915-1918 e il pro- gressivo assottigliarsi della comunità per le trasformazioni economiche e sociali del primo dopoguerra, sino all’avvento delle leggi razziali del 1938, agli eventi del secondo conflitto mondiale, alla deportazione nei lager e alla partecipazione ebraica alla Resistenza.
Il senso del volume, però, si coglie bene nell’impianto genealogico che lo pervade e nella ricostruzione di una serie di «saghe familiari», compiuta sulla base di rilevazioni cen- sitarie svolte dalla comunità, che animano il ghetto delle Cherche (1724-1848), imposto dalle Regie Costituzioni di Vittorio Amedeo II, e urbanisticamente individuato nell’omo- nima isola vicina alla piazza e alla strada principale di Carmagnola, dove agli ebrei erano assegnate le abitazioni con il diritto di inquilinato perpetuo. Particolarmente interessante la parte relativa all’insediamento nelle singole abitazioni e alle modifiche architettoniche che gli ebrei dovettero intraprendere per rendere effettiva la loro segregazione. Altro pre- gio del corposo volume è la ricostruzione – sulla base anche della documentazione notari- le, sotto questo aspetto estremamente rilevante sebbene spesso trascurata dalla storiografia – delle relazioni tra Universitas hebreorum, singoli individui o famiglie e società cristiana considerate impermeabili che, invece, appaiono molto meno fondate sulla separatezza e più sull’osmosi di quanto generalmente non si creda.
Cospicuo è l’apparato documentario che supporta la descrizione delle attività, delle strutture comunitarie e delle dinamiche sociali con speciale riferimento alla demografia della popolazione, ai matrimoni e alle doti nonché ai cimiteri, alle istituzioni di benefi- cenza, alla scuola serale aperta dal comune grazie al lascito della famiglia Diena (1910) e alla splendida sinagoga.

Ester Capuzzo