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Ilaria Lasagni – Educare la mente e il cuore. Il Liceo Classico ?Racchetti? di Crema tra storia e memoria – 2004

Ilaria Lasagni
Venezia, Marsilio, pp. 473, euro 32,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il pur problematico ed incerto processo di riforma delle leggi e dei modelli di organizzazione noto col nome complessivo di ?autonomia delle istituzioni scolastiche? incoraggia la riscoperta e la valorizzazione della identità delle singole scuole, di cui la storia è elemento non trascurabile. Questo è particolarmente vero per l’istruzione classica, settore in cui la storia di una singola scuola può risalire indietro talvolta di diverse centinaia di anni. In questo contesto si inserisce questa ponderosa pubblicazione che Ilaria Lasagni, insegnante liceale, ha dedicato al ?suo? Liceo Classico di Crema e alle istituzioni che lo hanno preceduto. Si tratta di una ricostruzione che si distingue dalle tradizionali pubblicazioni celebrative per dimensioni e rilievo scientifico, pur inserendosi in una sensibilità che è oggettivamente lontana dai processi riformatori in quanto processi di omologazione tendenzialmente sopranazionale.
Il primo capitolo è dedicato alle scuole secondarie pubbliche affidate ai barnabiti, e si può giovare di una tradizione di studi e di accessibilità delle fonti di buon livello, mostrando come, nonostante le difficoltà legate al giurisdizionalismo della dominante veneta, l’affidamento ai barnabiti dell’istruzione secondaria classica da parte della comunità fosse una soluzione quasi priva di alternative in quel contesto storico. I tre capitoli centrali offrono una cronaca dettagliata, talvolta perfino minuziosa, ma comunque attenta ed efficace del periodo dall’età napoleonica fino alla metà del ventesimo secolo. Emerge chiaramente come la sopravvivenza, talvolta numericamente stentata, del Ginnasio e la successiva fondazione del Liceo vengano vissute dal sistema politico locale nel suo complesso come una questione connessa al rango della città.
L’ultimo capitolo, dedicato alla presidenza Palmieri, dal 1963 al 1980, si basa largamente su fonti orali che sarebbe meglio definire testimonianze per la scarsa distanza critica e l’eccessiva pietas autobiografica di molti intervistati. Un maggiore utilizzo della stampa quotidiana e di fonti archivistiche ?esterne? avrebbe forse fornito un quadro più articolato, così come una maggiore attenzione alla storia del dibattito sull’istruzione classica, di cui sono ormai parte integrante anche la pubblicistica storiografica e sociologica. Da apprezzare l’approccio di lungo periodo, a fronte di una storiografia sulla scuola in cui spesso modernisti e contemporaneisti sono mondi tra loro reciprocamente estranei.
Nel complesso si tratta comunque di lavoro serio ed utile, che si spera potrà essere adeguatamente valorizzato dagli storici nelle loro ricostruzioni di ambito nazionale di storia dell’istruzione.

Angelo Gaudio