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Immaginare il futuro. Servizio sociale e community development in Italia (1946-2017)

Marilena Dellavalle, Elisabetta Vezzosi (a cura di)
Roma, Viella, 281 pp., € 29,00

Anno di pubblicazione: 2018

Questa importante raccolta di contributi, curata da Marilena Dellavalle ed Elisabetta Vezzosi, si segnala in primo luogo per due aspetti di metodo: il carattere interdisciplinare – capace di unire storia, sociologia, urbanistica, pedagogia – e il dialogo fra studiosi e protagonisti della prima stagione del servizio sociale in Italia. Lo sguardo giunge fino al presente, riprendendo volutamente la progettualità di fondo di quei pionieristici inizi, con un futuro tutto da immaginare e con un apporto di grande significato alla ripresa del dopoguerra. Le curatrici ne osservano la presenza solo marginale nella narrazione dell’Italia repubblicana e del suo sistema di Welfare, di cui le Conclusioni di Francesco Lazzari e Luigi Gui sottolineano non a caso una criticità da approfondire: il fallimento dell’«approccio consumerista del welfare», da più parti rilevato, e la delega del servizio sociale a un nucleo di specialisti, hanno messo in ombra la necessità di un insostituibile «lavoro sociale comunitarizzante» (p. 263).
La comparazione fra le prime esperienze e quelle più recenti fa invece emergere un’evoluzione del servizio sociale nel segno del community development, fattore di contrasto alla povertà, all’esclusione, all’emarginazione delle periferie, attraverso la costruzione di un tessuto di cittadinanza. Lo confermano le tre parti del volume, fondate sull’esame del dibattito scientifico e politico, nonché su una rigorosa base di fonti archivistiche e orali.
La prima è dedicata ai «Progetti pilota» che si sono avvalsi di un sostegno internazionale, fra gli anni ’50 e gli inizi del decennio successivo: Domenica La Banca analizza il progetto per la Sardegna, rispettivamente Elisabetta Bini e Cristina Renzoni quello per l’Abruzzo, Matteo Pretelli quello per Borgo a Mozzano nel territorio lucchese, considerandone le matrici culturali, soprattutto americane, e le realizzazioni. La seconda esamina alcuni esempi nel settore dell’edilizia residenziale e in particolare della rete dei centri sociali: Milena Contigiani gli inizi dell’Ente gestione servizio sociale dell’InaCasa, Elisabetta Vezzosi l’Istituto servizio sociale case per lavoratori, Marilena Dellavalle e Elena Lumetta il progetto Unrra-Casas. Gli interventi della terza parte – di Elisabetta Kolar, Francesco Lazzari e Luigi Gui, che utilizzano preziose e inedite testimonianze – sviluppano un confronto tra le varie fasi storiche, per quanto riguarda sia i risultati delle attività sia le elaborazioni di strumenti di analisi e ricerca, esito di un lavoro di comunità che resta un patrimonio insostituibile da valorizzare.

Edoardo Bressan