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Istituzioni e conoscenze agrarie in Terra d’Otranto (1910-1930)

Franco Antonio Mastrolia
Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 179 pp., € 24,00

Anno di pubblicazione: 2018

La storia dello sviluppo economico pugliese è uno dei temi di ricerca maggiormente
privilegiati nella carriera di Franco A. Mastrolia, docente di Storia economica presso l’Università
del Salento. Nei suoi studi, l’interesse sui processi innovativi procede di pari passo
con quello sulle organizzazioni economiche deputate a favorire la crescita economica.
La varietà dei contesti socio-economici che caratterizza la Puglia rende ragione
dell’indagine particolareggiata che l’a. dedica alla Terra d’Otranto, di cui è attento conoscitore.
Il baricentro di questo lavoro è l’incidenza dell’azione svolta dalle istituzioni
economiche sulla diffusione delle innovazioni veicolate dall’istruzione agraria, nel periodo
compreso tra il 1910 e il 1930.
Il termine «istituzioni» viene usato dall’a. nell’accezione di organizzazioni regolamentate
con l’intento di trasformare il tessuto economico attraverso politiche di sviluppo
mirate. L’idea che le istituzioni potessero promuovere la crescita attraverso la diffusione
– soprattutto in agricoltura – di nuove conoscenze si era imposta nel Mezzogiorno già
durante il Decennio francese e si era concretizzata dapprima con l’istituzione delle Società
di agricoltura e, a seguito della Restaurazione, con le Società economiche. Alla stagione di
studi molto proficua circa le performances di queste prime organizzazioni, non ha ancora
pienamente fatto seguito un’adeguata riflessione storiografica sulle istituzioni postunitarie,
sebbene più compiutamente strutturate e ben più lontane dall’empirismo iniziale,
anche in ragione della disponibilità di personale più qualificato.
Il maggior merito ascrivibile al volume di Mastrolia è, quindi, proprio quello di aver
indagato su temi ancora poco esplorati. Basandosi sullo spoglio di fonti primarie, l’a.
dedica ogni sezione del testo alla ricostruzione critica delle istituzioni postunitarie operanti
in Terra d’Otranto, sorte per favorire la modernizzazione dell’agricoltura in generale
oppure per far fronte a problemi di natura contingente. Nella prima tipologia rientrano
il Comizio agrario, l’Orto botanico, l’Osservatorio meteorico, la Cattedra ambulante, la
Scuola pratica di agricoltura e i Consorzi agrari; nel secondo i Consorzi antifillosserici e
antiarvicole.
La scelta di muoversi lungo una cronologia non molto ampia, ma significativa e
densa, risponde a una logica di indagine che intende privilegiare le dinamiche di breve
periodo. La crescita della produzione agricola di inizio ’900, infatti, viene interrotta dalla
Grande guerra per poi riprendere negli anni ’20, pur a fronte di iniziative autoritarie che
posero fine ai progetti di rappresentanza autonoma degli interessi agricoli. Probabilmente
la ricca e sincronica articolazione tematica ha forse indotto l’a. a indugiare in qualche
comprensibile ridondanza, compensata tuttavia da una puntuale riflessione conclusiva
che contribuisce a tratteggiare una compiuta valutazione

Angelina Marcelli