Cerca

Italia reazionaria. Uomini e idee dell’antirisorgimento

Nicola Del Corno
«Scritti di storia». Collana del Dipartimento di Studi storici dell’Università degli studi di Milano, Milano, Bruno Mondadori, xxvi-227 pp., € 18,00

Anno di pubblicazione: 2017

Il volume raccoglie, oltre a un saggio inedito su Monaldo Leopardi, un certo numero di contributi già pubblicati dall’a. in diverse sedi e occasioni, dedicati alle opere, debitamente selezionate, di cinque personaggi rappresentativi della cultura controrivoluzionaria italiana (monsignor Paolo Vergani, il principe di Canosa, l’abate Riccardi, il padre Bresciani, il conte Avogadro della Motta), al giornale milanese «La Bilancia», che dopo il 1848 se ne fece portavoce e propagandista, nonché all’analisi di talune formule ideali coltivate dalla stessa area d’opinione (come uno specifico concetto di «patria» e di «nazione» contrapposto a quello di matrice liberale o democratica; l’idea di complotto settario applicata al movimento risorgimentale e così via).
Come è detto nell’Introduzione, l’opera si colloca nel quadro di un considerevole ritorno d’interesse storiografico nei riguardi di una tendenza ideologica che, prendendo le mosse dal rifiuto più radicale della Rivoluzione francese e delle innovazioni introdotte in Italia in epoca napoleonica, aveva disegnato il profilo (non del tutto omogeneo) di un apparato dottrinale a forte coloritura legittimistica, ierocratica, tradizionalistica, non priva di venature populiste, e solo in parte coincidente con i reali interessi e orientamenti dei regimi «restaurati». Si era trattato di un «microcosmo reazionario», come lo definisce l’a. (p. xiii), rimasto assai lontano, per qualità intellettuale e capacità d’influenza, dai grandi teorici controrivoluzionari della levatura di un de Maistre, di un de Bonald o delle prime opere di un La Mennais, che aveva peraltro anticipato talune delle idee-guida e delle forme pubblicistico-associative alle quali avrebbe poi attinto, in altro contesto e con diversi obiettivi, il movimento cattolico intransigente di opposizione allo Stato liberale. Nel contrastare talune recenti tendenze a rivalutare in senso, per così dire, revisionistico il fenomeno in questione, cioè a utilizzare alcuni spunti del suo apparato ideologico per disegnare un’immagine marcatamente polemica del processo risorgimentale e dei suoi principi ispiratori, l’a. si propone di illustrare la natura profondamente anacronistica dei modelli culturali e istituzionali elaborati da quella tipologia di controrivoluzionari e, in definitiva, il carattere utopico del loro orizzonte di riferimento. I solidi argomenti addotti in tale direzione lasciano tuttavia trasparire un’immagine forse eccessivamente omogenea e monodirezionale del Risorgimento italiano, che lascia aperta in qualche misura la questione degli innesti di una parte della stessa cultura risorgimentale in quel medesimo tessuto ideale di cui si era alimentata la vena di quell’ala «reazionaria»

Francesco Traniello