Cerca

Jean-Jacques Marie – Kron?tadt 1921. Il Soviet dei marinai contro il governo sovietico – 2007

Jean-Jacques Marie
Torino, Utet, VI-346 pp., Euro 23,00 (ed. or. Paris, 2005)

Anno di pubblicazione: 2007

Il volume non è soltanto una meticolosa ricostruzione dell’insurrezione dei marinai di Kron?tadt del primo marzo 1921, soffocata nel sangue dal potere sovietico dopo diciassette giorni. È anche un’utile rassegna delle numerose e disparate interpretazioni che l’accompagnarono e la seguirono: esplosione spontanea, sommossa controrivoluzionaria, «Termidoro contadino», protesta antiburocratica, «terza rivoluzione», operazione ordita da servizi segreti stranieri. Jean-Jacques Marie ha potuto avvalersi di solide raccolte documentarie pubblicate in tempi recenti, frutto del proficuo lavoro di ricerca archivistica condotto in Russia dopo la riabilitazione ufficiale dei ribelli, voluta da Boris El’cin nel 1994. Ne propone una lettura oculata e filologicamente fondata, attento a cogliere le contraddizioni tra i diversi testi e senza ignorare la dimensione ideologica di moltissimi enunciati. L’a. non trascura però i lavori di chi in passato, pur nella ristrettezza delle fonti, era riuscito a fornire pregevoli cronache e a raccogliere materiali essenziali (P. Avrich, I. Getzler, A. Skirda), così come si avvale delle testimonianze (personali o indirette) più celebri, non sempre affidabili – come sottolinea a più riprese – ma comunque rappresentative dell’impatto e uso politico dell’insurrezione (tra gli altri: A. Berkman, A. Ciliga, V. M. Eichenbaum (Volin), E. Goldman, I. Mett, V. Serge). Presenta la rivolta come un evento largamente prevedibile, ricostruendo il contesto e la natura delle agitazioni nella regione di Pietrogrado all’inizio del 1921 (crisi dei combustibili, penuria alimentare e svalutazione monetaria, burocratizzazione degli apparati, crescita dei privilegi e invasività degli organi repressivi). Registra l’incapacità delle autorità bolsceviche – costrette in quei mesi a far fronte all’estendersi delle ribellioni nelle campagne e paralizzate da una lacerante discussione all’interno del Partito – di riconoscere il malcontento crescente nelle fabbriche, nelle caserme, sulle navi. Inscrive poi i fatti di Kron?tadt, sulla scorta della ultime ricerche sulle guerre contadine, nel solco tracciato dall’esercito di N. Machno in Ucraina e, ancor più, in quello delle grandi rivolte agrarie di Tambov e Tjumen’, così come di altre sollevazioni di minore portata (regioni di Vorone?, medio Volga, Don e Kuban’). È infatti convinto che, malgrado l’assenza di allusioni dirette a tali sommosse in risoluzioni e proclami (cfr. pp. 99-100, 102), il rifiuto della politica di requisizione sia una ragione maggiore dell’inquietudine dei marinai, che «si nutre della collera e della protesta delle loro famiglie al villaggio» e si traduce in rivendicazioni, parole d’ordine, moventi «assai prossimi, se non identici» (p. 7). Pur nell’esaustività della ricostruzione, l’a. suggerisce linee di ricerca originali, quando richiama la continuità «ideale» tra la denuncia, in epoca sovietica, del complotto controrivoluzionario (menscevico, socialista-rivoluzionario, anarchico o, più genericamente, piccolo-borghese) e l’ossessione per la cospirazione giudeo-massonica dell’odierno nazionalismo russo.

Antonella Salomoni