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Jean Préposiet – Storia dell’anarchismo – 2006

Jean Préposiet
Bari, Dedalo, 503 pp., euro 30,00 (ed. or. Paris, 2002)

Anno di pubblicazione: 2006

Negli ultimi anni, la ricerca storiografica sull’anarchismo è andata intensificandosi, sia per quantità che, soprattutto, per qualità, grazie all’apporto di nuovi studi che analizzano non solo gli aspetti filosofici, ma anche quelli più propriamente storici, politici e sociali, evidenziandone l’apporto nell’evoluzione della società occidentale contemporanea. In questo contesto generale, s’inserisce l’opera di Préposiet. Innanzitutto bisogna segnalare l’originalità dell’impostazione dello studio, che si discosta da altre ricerche analoghe (si pensi, tra gli altri, alle ricostruzioni della storia dell’anarchismo proposte da Masini, Woodcock, Santarelli, ecc.): l’autore, infatti, non pretende di riscrivere la storia complessiva dell’anarchismo, ma, attraverso la proposta di una serie di «quadri», cerca di rievocare alcune personalità e gli avvenimenti più significativi per la storia di questa dottrina politica. Tale scelta metodologica si intreccia con la tesi di Préposiet, che, ritenendo l’anarchismo, essenzialmente, come scrive nell’avvertenza, uno «spirito, una maniera di stare al mondo, prima che un atteggiamento politico classificabile e ben definibile», allarga notevolmente, nel tempo e nel «tipo», il fenomeno libertario: di conseguenza, l’autore spazia dai filosofi cinici alle sette eretiche medioevali, fino ad arrivare alla definizione moderna del movimento anarchico, il quale è posto in relazione con i movimenti di contestazione giovanile, ambientalisti, antimilitaristi. Questa interpretazione dell’anarchismo, suggestiva ed interessante, presenta ovviamente degli inconvenienti, non sempre affrontati compiutamente. Se uno degli obbiettivi dell’opera è di valorizzare la portata e la specificità dell’anarchismo, l’accentuazione del suo carattere idealistico, quasi fosse un’espressione trascendente ed a-storica, rischia di confonderne proprio l’importanza reale, sminuendo gli importanti avvenimenti politici e storici di cui esso è stato protagonista (si pensi alla Spagna del 1936, all’Ucraina del 1919-20, o al rilevante consenso goduto in diverse nazioni fino agli anni ’20), e quindi, indirettamente, contribuisce a confermare diversi degli stereotipi che hanno contribuito alla sua marginalità. In secondo luogo, se è interessante il tentativo di comparare esperienze eterogenee e distanti tra loro, l’annoverarle come antecedenti dell’anarchismo, così come esso è andato connotandosi, appare in alcuni casi un po’ forzato. Infine, questo sforzo molto teorico di ricercare analogie ovunque e comunque, arriva in alcuni casi a esiti assai discutibili, come nel caso degli anarco-capitalisti e dei cosiddetti «libertari di destra», che in realtà con l’anarchismo storicamente dato condividono ben poco. Il testo è articolato secondo nuclei tematici: le radici storiche; gli episodi più rilevanti; le varie teorie libertarie; le «contaminazioni»; il rapporto con la violenza. Nonostante alcune forzature, l’opera di Préposiet, contrassegnata da un’impostazione fortemente teoretica, è comunque interessante, documentata, e si rivela un utile strumento d’introduzione alla complessità del pensiero libertario.

Massimiliano Ilari