Cerca

Jerzy Lukowski, Hubert Zawadzki – Polonia. Il paese che rinasce – 2009

Jerzy Lukowski, Hubert Zawadzki
Trieste, Beit, 397 pp., euro 20,00 (ed. or. Cambridge, 2001)

Anno di pubblicazione: 2009

Polonia. Il paese che rinasce è la prima sintesi di storia della Polonia pubblicata in Italia ed è anche la migliore tra quelle uscite in Europa negli ultimi quindici anni. Lukowski e Zawadzki si discostano dalla storiografia nazionale polacca che, sino a tempi recenti, descriveva la Polonia come un paese abitato esclusivamente da polacchi. Ancora più importante, non considerano nessuno dei gruppi linguistici e culturali che per secoli sono vissuti in Polonia, come una «nazione» dotata di un’identità nazionale distinta dalle altre e omogenea – stessi pensieri, stessi valori, stessa cultura, stessa lingua, stessi ricordi. Cattolici di lingua polacca, tedesca o ucraina sono vissuti accanto a protestanti e ortodossi di lingua polacca e a ebrei che parlavano yiddish, russo e ruteno. I polacchi, ai quali in questa sintesi è dedicato lo spazio maggiore, sono presentati come un popolo molto variegato, i cui membri hanno sempre avuto opinioni diverse, e spesso contrastanti, su tutte le questioni riguardanti la politica e la società: dal ruolo del Parlamento a quello della religione e della famiglia, al modo di rapportarsi al potere. E, fintantoché è esistita un’istituzione (fosse essa il re o il Parlamento) nel quale è stato possibile accomodare le diversità e i conflitti, la Polonia è stata grande: nel XV e XVI secolo, negli anni ’20 del ’900 e dopo il 1989. Gli aa. mettono bene in luce come in questi periodi i polacchi abbiano affinato l’arte del compromesso, strumento necessario al funzionamento della democrazia e alla sopravvivenza di uno Stato che, sin dagli inizi, ha lottato per ritagliarsi un posto in Europa centro-orientale.Dall’altra parte, come mostrano gli aa., i tentativi di costruire una Polonia omogenea dal punto di vista «nazionale» hanno portato sventure e fallimenti: negli anni ’30 del XX secolo, quando il regime dei colonnelli creò il «Campo di unità nazionale» filo-fascista e xenofobo e, dopo la seconda guerra mondiale, allorché il regime comunista basò la sua legittimazione sui richiami al nazionalismo e all’antisemitismo. Grazie al rovesciamento di prospettiva attuato dagli aa., scompare l’immagine di una «Nazione polacca» che, dalle origini ai giorni nostri, si è dovuta difendere dai nemici esterni, la Germania e la Russia, e interni – i comunisti e loro epigoni – che l’hanno violentata e uccisa e dunque è dovuta, ogni volta, «rinascere» come indica il sottotitolo impropriamente scelto dall’editore. Dopo l’89, questa idea ha portato i polacchi a considerare gli anni del comunismo come una parentesi buia della loro «storia nazionale», alla fine della quale la Polonia è «risorta». Successivamente, i partiti anti-Solidarno?? hanno contestato la rinascita post- ’89 e promesso una nuova palingenesi.Questo libro ha il pregio di colmare un vuoto storiografico: prima di questa sintesi il lettore italiano aveva a disposizione la Storia della Polonia curata da Aleksander Gieysztor, pubblicata in inglese a Varsavia nel 1979 e tradotta in Italia da Bompiani nel 1983. Una storia da guerra fredda, nella quale il patto Molotov-Ribbentrop dell’agosto 1939 è definito un «patto di non aggressione», mentre la Polonia viene invasa e occupata solo dai nazisti.

Carla Tonini