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Jill Hamilton – Il Dio in armi. La Gran Bretagna e la nascita dello Stato d’Israele – 2006

Jill Hamilton
Milano, Corbaccio, 436 pp., euro 24,00 (ed. or. Stroud, 2004)

Anno di pubblicazione: 2006

L’individuazione dei caratteri fondamentali della questione arabo-israeliana-palestinese ? conflitto conficcato nel nodo Terra/Religione ? è possibile solo procedendo ad una rinunzia di principio: quella di leggerla in una unica dimensione. L’argomentato testo della giornalista e storica Jill Hamilton, che tra l’altro vanta una frequenza diretta dei paesi e degli archivi mediorientali, parte proprio da tale consapevolezza metodologica. Non a caso, introduce un particolare criterio ermeneutico di lettura riguardante la nascita dello Stato di Israele nonché le relazioni tra esso e la Gran Bretagna, focalizzandolo sul primo vero atto della questione araboisraeliana: la Dichiarazione di Lord Balfour del 1917. La chiave di lettura, dichiarata e sostenuta con una ricca serie di fonti (si controllino, ad esempio, le appendici finali pp. 407-430), fuori dalla metodologia formalizzata della geopolitica e/o degli studi di storia politica che caratterizzano ampiamente questi argomenti, ruota intorno alla cultura «personale dei politici che realmente aprirono le porte al ritorno degli ebrei», cultura iscritta, secondo l’autrice, nell’orizzonte spirituale del cristianesimo non conformista. La Dichiarazione di Balfour, che dovrebbe essere chiamata più propriamente dichiarazione di David Lloyd George per la convinzione con la quale l’allora primo ministro liberale inglese tenacemente la perseguì, è frutto proprio dell’approccio spirituale di Lloyd George, un cristiano nonconformista, o meglio un sionista cristiano, profondamente convinto che l’aliàh fosse consustanziale alle Sacre Scritture e fosse un avvenimento decisivo per la seconda venuta del Messia. Se poi si analizza al di là della linea geopolitica, la nascita dello Stato di Israele nel 1948 non si può non notare, secondo la Hamilton, il nesso tra questo evento e la presenza alla Casa Bianca di un presidente ? Harry Truman ? con la stessa formazione e il medesimo approccio culturale di Lloyd Gorge. Quando gli fece visita qualche giorno dopo la nascita dello Stato israeliano, Chaim Weizmann, neo presidente di Israele, gli donò un rotolo della Torah. La conferma dell’incidenza del cristianesimo nonconformista sulla scelta inglese nei confronti dell’Yushuv ebraico è poi esplicitata dal fatto che dieci su diciannove primi ministri del Regno Unito in carica nel Novecento (p. 405) vennero educati in famiglie appartenenti a Chiese non conformiste o libere, vale a dire congregazionaliste piuttosto che unitariane, metodiste, battiste. Lo stesso Lord Balfour, presbiteriano, divenne uno spiritualista praticante. L’assunto del testo è in sé certamente originale, tuttavia l’architettura generale del saggio pecca di riduzionismo. La stessa autrice, del resto, ne ha consapevolezza, quando dichiara che il testo non ha alcuna pretesa di completezza storica, ma rimangono non spiegate le aspre controversie e i continui conflitti tra l’Agenzia ebraica e la Gran Bretagna che non poco hanno pesato sui rapporti tra arabi ed ebrei.

Giovanni Codovini