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Julia Schaaf – Lega Nord. Regionalnationalismus im Alltagsleben einer italienischen Stadt – 2004

Julia Schaaf
Frankfurt am Main, Schriftenreihe des Instituts für Kulturanthtropologie und Eur

Anno di pubblicazione: 2004

La costruzione di un paradigma identitario basato sulla rivendicazione dell’alterità del Nord rispetto al Meridione è cresciuta di pari passo con lo sviluppo del leghismo fino al punto di configurarsi in una vera e propria rivendicazione nazionale. Per questa ragione lo studio dell’antropologa Julia Schaaf configura il leghismo come un regionalnazionalismo e cerca di indagarne la capacità di penetrazione nella vita quotidiana scegliendo come terreno di lavoro Bobbiate, un piccolo centro in provincia di Varese, dove la Lega ha raccolto elevate percentuali di voto. Attraverso l’osservazione partecipante, è stato possibile ricostruire le dinamiche di interazione tra i soggetti ed esplorare sia le forme concrete di diffusione degli stereotipi che stanno alla base del paradigma etnico leghista, sia le modalità di interazione tra soggetti. Queste ultime non coincidono spesso con il cleavage politico. Le reti amicali non recano tracce significative della contrapposizione leghismo/antileghismo. La presenza di forme di enfatizzazione dell’appartenenza politica, leghista come antileghista, tende a essere ridimensionata nella valutazione dei soggetti con cui la ricercatrice ha interagito, a dimostrazione di una tendenza al depotenziamento dei conflitti presente nella prassi della vita quotidiana.
Più significativo, all’interno della prassi della vita quotidiana, appare il cleavage Nord/Sud. Sulla diversità del meridionale, sulla contrapposizione di quest’ultimo all’etica del lavoro, e quindi ad uno degli aspetti caratteristici della cultura locale, punta l’operazione di definire confini escludenti, un’operazione che sembra aver incontrato successo probabilmente perché ha potuto agire su pregiudizi sedimentati dando loro legittimità pubblica. Il meridionale non appare solo come un ?diverso? per dialetto e modi di vita, ma anche come un ?privilegiato? dall’azione dello Stato, una situazione di privilegio che si traduce nell’assegnazione dei posti della pubblica amministrazione e nel dislivello del costo della vita tra Nord e Sud. In tal modo, agli occhi dei bobbiatesi, la presenza dei meridionali appare come un potenziale pericolo per la sopravvivenza della cultura locale, e l’antimeridionalismo può così essere utilizzato dalla Lega all’interno del suo paradigma identitario con un certo successo, mentre debole appare la capacità di ancorare l’identità ad un territorio univoco di riferimento (il Nord, la Padania, la Lombardia). Anche nel caso della dicotomia Nord/Sud le pratiche della vita quotidiana tendono a depotenziare i conflitti latenti, senza però annullare la funzione escludente, come dimostra una tendenza alla separazione per gruppi di provenienza delle reti di relazione. Sotto questo profilo, più che nella costruzione dell’identità secessionista, il leghismo sembra aver ottenuto successo nel creare un potenziale di conflittualità latente Nord/Sud che potrebbe manifestarsi in forma acuta in momenti di particolare tensione.

Stefano Cavazza