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l (super) Reich prussiano e luterano di Droysen tra Macht e Friedenspolitik

Francesco Guerra
prefazione di Fulvio Tessitore, Roma, Aracne, 92 pp., € 8,00

Anno di pubblicazione: 2014

In questo denso saggio, l’a., già borsista presso l’Istituto italiano per gli studi storici
di Napoli, si confronta con la complessa figura di uno dei maggiori storici tedeschi del
XIX secolo. E lo fa, cercando soprattutto di venire a capo dei problemi posti in essere dallo
stretto rapporto tra storia e politica che caratterizza l’opera droyseniana. La questione
di fondo su cui si interroga l’a. è infatti riassumibile nei seguenti termini: in che misura
l’analisi storica e, in special modo, l’analisi di alcuni passaggi cruciali della storia tedesca
sono state determinanti per la formazione delle idee politiche di Droysen? E, viceversa, in
che modo la concezione politica dello storico pomerano ha influenzato la sua ricostruzione
e interpretazione degli eventi storici?
Tra i temi al centro dell’indagine di Guerra sta, dunque, il prussianesimo di Droysen,
che, come noto, avrebbe concorso agli occhi dei posteri a farne uno dei principali
portavoce della soluzione «piccolo-tedesca» e, al contempo, uno dei maggiori ideologi,
accanto a Sybel e Treitschke, del Reich bismarckiano.
Misurandosi con le interpretazioni di uno dei maggiori biografi tedeschi, Wilfried
Nippel, l’a. si preoccupa, quindi, di risalire anzitutto alle ragioni di fondo che spiegherebbero
l’opzione filoprussiana di Droysen, la quale si sarebbe giustificata essenzialmente
sulla base di attente riflessioni storiche e di altrettanto lucide considerazioni di politica
internazionale. Se delle prime si trova traccia, sia pure allo stato embrionale, nella lettura
droyseniana della storia greca (p. 21), le seconde trovarono invece spazio soprattutto nel
celebre intervento risalente al 1849, Preußen und das System der Großmächte, in cui Droysen
istituì un nesso tra il ruolo della Prussia, l’indipendenza della Germania e il consolidamento
degli equilibri di potenza in Europa (p. 34).
Secondo l’a., uno dei momenti cruciali nel processo di genesi delle idee politiche
ricadrebbe negli anni ’40, quando Droysen, alla luce di un’attenta rilettura della stagione
successiva alla disfatta di Jena, sollevò per la prima volta la questione di una preußische
Aufgabe e, più in generale, quella di una nuova sintesi politica, alternativa al modello
assolutistico e a quello democratico, in grado di coniugare la potenza dello Stato con la
libertà individuale (p. 42). Specialmente quest’ultima questione costituirebbe uno dei
nodi cruciali – e irrisolti – su cui si sarebbe sviluppata l’intera riflessione storico-politica di
Droysen. Alla luce di essa, secondo l’a., sarebbe infatti possibile rileggere in senso unitario
l’intero itinerario intellettuale dello storico tedesco e, non da ultimo, comprendere le sue
reticenze nei confronti di Bismarck (p. 90).
Nel complesso, per quanto affronti tematiche classiche che richiederebbero ulteriori
approfondimenti, il lavoro merita senz’altro attenzione. E ciò soprattutto nella misura in
cui contribuisce a riportare l’attenzione su una figura intellettuale di primissimo piano –
ma talora trascurata – e su una stagione fondamentale della storia tedesca ed europea.

 Federico Trocini