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La Fisac milanese e lombarda. Memorie e valori. Persone, politiche, fatti e testimonianze

Michele Sala
Roma, Ediesse, 439 pp., € 25,00

Anno di pubblicazione: 2014

Il lavoro di Michele Sala, bancario e già dirigente sindacale, colma un vuoto storiografico sulla storia dell’organizzazione dei lavoratori della Cgil nel settore del credito in Lombardia. Ripercorre e descrive le vicende del sindacato dei bancari e quello degli assicuratori dalla loro ricostituzione, seguita alla Liberazione di Milano, fino all’accorpamento delle diverse sigle (Fidac Cgil, Filda Cgil, Uspie Cgil) che ha portato, nel dicembre 1982, alla nascita della Federazione italiana sindacato assicurazione credito (Fisac-Cgil).
Il tema, che attiene alla storia del lavoro in chiave locale, assume una valenza più vasta essendo il capoluogo lombardo anche la «capitale» dell’attività finanziaria oltreché di quella industriale.
Il testo è – per affermazione dell’a. – destinato alla formazione e improntato al «forte richiamo a un patrimonio ricco di valori ed importante, cui i giovani, semplici iscritti o già attivisti sindacali, possano essere motivati a piene mani. Passando loro il testimone con il massimo della fiducia» (p. 431). Nondimeno è costruito sulla base di fonti archivistiche inedite, conservate presso l’Archivio del Lavoro-Cgil Milano e l’Archivio storico di Banca Intesa, e offre spunti interessanti per la ricerca scientifica.
La monografia parte con l’intuizione di Giuseppe Di Vittorio di rappresentare i lavoratori di estrazione sociale non operaia, dando vita a una categoria meno classista, e ricorda il ruolo attivo dei bancari nelle fila della Resistenza tra i quali spiccano i nomi di Alfredo Pizzoni e Domenico Boffito.
Interessanti appaiono le pagine sul ’68 nelle banche milanesi, dove si sviluppò in versione più moderata rispetto a quello maggiormente conosciuto e indagato delle fabbriche, dando comunque vita a una sinistra sindacale colta e attiva.
La ricerca dà conto dell’avvicinamento delle tre confederazioni negli ’70 con la creazione della Federazione Lavoratori Bancari (Flb); mette a fuoco la spaccatura avvenuta tra i sindacati nel 1984 sul «decreto di San Valentino» (pure all’interno della stessa Cgil, anche nel settore del credito); rende ragione di come il sindacato risponda positivamente, nel resto del decennio ’80, alle modifiche del lavoro sostenute dall’avvento dell’informatizzazione e dal profondo mutamento del sistema creditizio.
Ripercorre, infine, il dibattito congressuale della Fisac-Cgil fino al 2010, evidenziando le mozioni contrapposte e la composizione della classe dirigente. Si inserisce, pertanto, nell’alveo tradizionale degli studi sindacali che privilegiano l’aspetto istituzionale, la negoziazione e l’evoluzione contrattuale. Nella sua analisi, l’a. pone in evidenza le resistenze e le contraddizioni della storia della Cgil e tra queste l’iniziale diffidenza nei confronti della contrattazione aziendale e la tensione costante tra sentimento confederale e tentazioni corporative.
Molto utili, per successivi lavori di indagine, sono le tabelle sul sistema bancario e assicurativo, gli elenchi riassuntivi dei contratti integrativi e accordi aziendali e l’elenco dei componenti degli organismi dirigenti di cui è corredato il testo.

Debora Migliucci