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La Grande Guerra. Un impegno europeo di ricerca e riflessione

Andrea Ciampani, Romano Ugolini (a cura di)
Soveria Mannelli, Rubbettino, 581 pp., € 40,00

Anno di pubblicazione: 2018

Nel panorama delle moltissime pubblicazioni dedicate alla Grande guerra, in occasione del centenario appena concluso, la raccolta degli atti del convegno organizzato dall’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano e tenuto al Vittoriano nel novembre 2015 (in collaborazione con i principali Istituti stranieri di Roma e con il sostegno del Comitato storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale), si segnala per un’impostazione molto interessante.
Nella prima parte si offre una ricognizione storiografica molto ampia. Adottando infatti una prospettiva pienamente europea il convegno e il volume hanno inteso esplorare lo stato dell’arte delle storiografie europee sul primo conflitto mondiale; «una riflessione comune sulla Grande guerra» (p. 17) secondo Ciampani che, dalla letteratura francese a quella austriaca, dalla storiografia ungherese a quella italiana, dalla Grecia alla Turchia – una trentina di studiosi di varia provenienza europea –, presenta un ventaglio assai variegato degli studi prodotti, fino agli anni più recenti, anche in paesi di solito poco frequentati dalle ricerche italiane. Si tratta da questo punto di vista di un contributo molto importante che illumina le affinità, le sovrapposizioni ma anche le differenze di percorsi che nel corso dei decenni – fino ai giorni nostri, in un continuo dialogo tra la dimensione della ricerca e gli inevitabili echi politico-culturali – hanno caratterizzato gli sguardi delle storiografie europee sulla Grande guerra (dai fronti interni alle trasformazioni statuali, dalle strategie militari alle culture di guerra e ai linguaggi della violenza). In assenza, a parte alcuni lodevoli casi, di una strategia europea sulla costruzione di una storia comune – andrà notata, per esempio, prima o poi l’imbarazzante latitanza culturale delle istituzioni europee in occasione di un centenario che avrebbe potuto e dovuto far riflettere sulla storia comune europea –, il volume pare essere uno dei tentativi meglio riusciti di costruzione di una storiografia transnazionale.
La seconda parte è invece dedicata allo sguardo europeo sull’Italia e presenta an- che da questo punto di vista spunti di originalità. Perché se esiste una ampia letteratura sull’immagine dell’Italia in Europa, in questo caso i dodici studiosi chiamati a rileggere la storia dell’Italia nella Grande guerra in altrettanti paesi del vecchio continente riescono a offrire una visione a tutto tondo. Dalla Francia alla Gran Bretagna, dalla Romania alla Turchia, fino alla Spagna o all’interessante caso di studio del Belgio, l’Italia diventa il centro di una riflessione europea o addirittura «globale».

Barbara Bracco