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La guerra civile spagnola. Una storia del Novecento

Paola Lo Cascio
Roma, Carocci, 255 pp., € 27,00

Anno di pubblicazione: 2013

Paola Lo Cascio è una ricercatrice dell’Universitat de Barcelona che in questi anni ha partecipato a progetti di ricerca sulla guerra civile, oltre ad essersi occupata di nazionalismo catalano e di franchismo. Con questo volume l’a. dà seguito alla sua attività di ricerca confrontandosi con una storiografia che in questo ultimo decennio ha affrontato numerosi e inediti aspetti del conflitto. Il lavoro si presenta strutturato in cinque capitoli che affrontano alcuni degli snodi tematici della guerra civile, introdotti da una breve rassegna storiografica che sintetizza alcuni dei dibattiti e delle narrazioni più consolidate. Nel primo capitolo si analizzano gli schieramenti in campo, descrivendone le debolezze, che furono una delle premesse della guerra, in un contesto di estrema polarizzazione ideologica, di frammentazione politica e di cronica fragilità delle istituzioni democratiche. Nel secondo e terzo capitolo si narrano le vicende belliche, con un’attenzione particolare a quella guerra aerea che tanta rilevanza ha avuto per le sorti finali del conflitto e che per molti aspetti ha anticipato gli orrori della seconda guerra mondiale. I bombardamenti di Guernica, Durango e Barcellona, tra i tanti, sono il simbolo della trasformazione definitiva di una conduzione della guerra che non distinguerà più tra un fronte e una retrovia. Ed è proprio alle retrovie come teatro di guerra, che l’a. dedica le pagine forse migliori del suo lavoro, a cominciare dallo scottante tema della repressione, che in questi ultimi anni ha alimentato un dibattito storiografico e una discussione pubblica molto vivace e spesso polemica, con alcuni strascichi anche italiani in seguito alla pubblicazione di alcuni importanti contributi di Gabriele Ranzato. In queste pagine, però, la narrazione dell’a. non si limita a ripercorrere i sentieri più tradizionali e battuti, ma sintetizza alcuni dei risultati di una recente storiografia che ha approfondito aspetti della vita quotidiana, delle condizioni materiali, dei dibattiti politici interni ai due bandos, offrendoci un’immagine della guerra civile meno stereotipata, e indubbiamente più complessa e articolata. L’a. è molto abile a trattare questa materia e a far scivolare il lettore ben dentro quei fatti, superando interpretazioni anche consolidate (un esempio è la narrazione dei fatti di Barcellona del maggio 1937) in nome di una problematizzazione che però non va mai a discapito della chiarezza. Una qualità che si conferma anche nei capitoli successivi in cui l’a. racconta le ultime fasi della guerra e affronta il tema della proiezione mediatica delle vicende spagnole, mettendo in rilievo la dimensione internazionale e moderna di un conflitto che attirò nella penisola iberica intellettuali e giornalisti da tutto il mondo. Il risultato finale è indubbiamente positivo. L’a. rielabora analiticamente una vicenda complessa, sintetizza criticamente una storiografia vasta e articolata, ma con una capacità narrativa che rende il libro fruibile ad una platea vasta di appassionati di storia.

Andrea Miccichè