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La guerra del Re. Monarchia, sistema politico e Forze armate nella Grande Guerra

Andrea Ungari
Milano, Luni, 272 pp., € 22,00

Anno di pubblicazione: 2018

Nell’ampia panoramica di titoli dedicati alla prima guerra mondiale e sollecitati dal trascorso centenario questa è un’opera molto interessante per la prospettiva attraverso cui gli anni del conflitto vengono analizzati. Il tema cruciale alla base delle riflessioni dell’a. è, infatti, il nodo insoluto dei rapporti tra il re e la classe politica liberale per quanto riguarda la conduzione della politica estera, eredità dell’articolo 5 dello Statuto, e la complessità della triangolazione decisionale tra governo, Comando supremo e monarca nella defini- zione della strategia militare. L’immagine che emerge dallo studio è quella di una monar- chia che è al tempo stesso «ubi consistam [e] principale avversario [della classe dirigente] nel percorso di realizzazione di un regime parlamentare» (p. 251), una monarchia, quindi, contemporaneamente causa ed effetto dell’immaturità del sistema politico italiano, con le nefaste conseguenze che da questa situazione deriveranno negli anni ’20.
Il volume si compone di sei capitoli che affrontano il tema in oggetto seguendo una successione prevalentemente cronologica: dopo una breve rassegna dei precedenti mo- menti chiave in età liberale, con un’attenzione più circostanziata alle vicende libiche (cap.
I), si passa agli spinosi mesi della neutralità (cap. II), per affrontare poi il cuore del pro- blema – i rapporti con il governo e con gli Stati esteri (cap. III) e lo scontro tra esecutivo e Comando supremo tra il 1915 e il 1917 (cap. IV) – nei due capitoli centrali. Il volume si conclude con un’analisi puntuale delle conferenze interalleate del 1917 antecedenti Caporetto (cap. V) e, infine, con un esame delle vicende finali del conflitto – da Peschiera a Fiume, passando per Versailles (cap. VI).
Punto forte dell’analisi è senza dubbio la solida documentazione archivistica – si spazia dall’imprescindibile archivio dell’Ufficio Storico dello Stato maggiore dell’Esercito a diversi archivi britannici, dai Documenti diplomatici italiani e francesi all’interessante fondo personale di Antonio Salandra – che contribuisce a sostenere storiograficamente la tesi dell’a. A ciò si aggiunge una bibliografia estesa, con ampio spazio alla memoriali- stica (Cadorna, Farini, Guiccioli, Martini, Riccio). L’opera, frutto di un lungo percorso di ricerca dell’a., si colloca in un panorama storiografico sorprendentemente arido: alla profluvie di studi sulla Grande guerra fa da contraltare, infatti, una sorprendente assenza di lavori sul terzo re d’Italia e sull’esercizio delle sue prerogative tra il 1914 e il 1918, in particolare nei momenti topici del ribaltamento delle alleanze, dell’intervento militare e della sconfitta di Caporetto.
Ungari, forse anche laddove ricorre di tanto in tanto ad alcuni giudizi di valore sulla persona del re, si allontana dalle descrizioni stereotipate e quasi macchiettistiche di un sovrano opaco, confinato in secondo piano – tra presunte crisi coniugali e maniacali passioni fotografiche – per restituirci, invece, l’immagine di un monarca acuto e partecipe dei destini italiani, un monarca pronto a esercitare i propri margini di azione ogni qual volta lo ritenga necessario.

Valentina Villa