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La lotta con il Leviatano. Percorsi di un ordine politico conservatore in Europa (1815-1965)

Emiel Lamberts
Soveria Mannelli, Rubbettino, 492 pp., € 24,00 (ed. or. Amsterdam, Bert Bakker, 2011, traduzione di Tina Montone)

Anno di pubblicazione: 2016

La storiografia dedicata alle vicende politiche europee dell’800 propone molteplici
opere dedicate al contrasto tra il mondo aristocratico e il liberalismo, in particolare nel
corso delle varie ondate rivoluzionarie, sino all’affermazione della borghesia nella seconda
metà del secolo. L’opera di Lamberts, professore emerito di Storia europea all’Università
di Lovanio, s’inserisce in questa scia, ma con un taglio originale. Si tratta, infatti, di un
testo che offre una visuale «conservatrice» delle vicende descritte e un «racconto sugli
uomini» (p. 18).
I protagonisti sono, infatti, statisti, pontefici, prelati e altre figure di aristocratici cattolici,
uomini d’affari, agitatori politici e riformatori sociali, ma soprattutto il diplomatico
austriaco Gustav von Blome, originario della Germania. Blome giocò un ruolo importante
sulla scena europea, sia nella sfera politica e religiosa, che in quella sociale. La fonte
principale è il suo carteggio con il Conte Antoine Luis de Pons d’Annonville, aristocratico
francese. Nelle loro lettere è descritto un mondo, quello conservatore, in lotta contro una
classe, quella borghese, che guadagnava potere rispetto alle élite tradizionali. Quindi il
contrasto con «il Leviatano», lo Stato, che andò man mano affermandosi proprio grazie al
liberalismo, creando così un sistema politico nel quale erano concessi diritti inalienabili
ai singoli cittadini. Proprio il liberalismo, fu combattuto con tutti i mezzi possibili dalle
forze conservatrici; secondo queste ultime la società non poggiava tanto sugli individui,
quanto suoi gruppi naturali, «prestatali», come i contesti familiari, le comunità locali, le
classi, le corporazioni, i gruppi religiosi, che venivano prima dello Stato sia storicamente,
sia ontologicamente, e potevano reclamare una larga autonomia.
Le forze reazionarie trovarono un potente alleato nella Chiesa cattolica. Circoli conservatori
ed ecclesiastici svilupparono una «strategia sociale» per il contenimento dell’onnipotenza
dello Stato. Di grande interesse sono, in questo senso, i capitoli dedicati all’Internazionale
Nera e all’Unione di Friburgo, per la cui creazione Blome spese molte energie. La
prima di queste due organizzazioni non raggiunse gli esiti sperati di ristabilimento del potere
temporale della Chiesa; riuscì però a mobilitare le élite cattoliche per la difesa degli interessi
della Santa Sede sul piano internazionale. L’attività svolta, invece, dall’Unione di Friburgo
per l’ideazione di una dottrina sociale cristiana alternativa a quella liberale, confluì nel lavoro
di redazione dell’enciclica sociale Rerum Novarum, del 1891.
In conclusione l’opera, che raccoglie gli esiti di una attività pluridecennale di ricerca,
permette di cogliere i momenti di contrasto e sintesi tra queste due correnti, liberalismo
e conservatorismo, che hanno caratterizzato l’epoca contemporanea e sono all’origine
all’attuale modello di società in Europa, caratterizzato da un’interazione tra una società
civile ben organizzata e una struttura statale liberal-democratica.

Massimiliano Valente