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La politica europea e italiana di Piero Malvestiti

Concetta Argiolas, Andrea Becherucci (a cura di)
Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 229 pp., € 28,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il volume raccoglie contributi dedicati alla figura di Piero Malvestiti (1899-1964),
originariamente apparsi sulla rivista «Civitas» e risultato di una giornata di riflessione su
La politica europea e italiana di Piero Malvestiti, organizzata nel novembre 2013 presso
gli Archivi Storici dell’Unione Europea di Firenze, in occasione dell’apertura al pubblico
dell’archivio privato della personalità politica democristiana.
Il volume è organizzato in diverse sezioni e si apre con un’intervista a Mila Malvestiti,
figlia del politico democristiano, per poi lasciare spazio a una serie di approfondimenti
tematici.
Una prima parte offre un inquadramento a carattere storiografico, con due saggi di
Daniela Preda e Francesco Petrini. Il primo dei due contributi prende le mosse dall’esperienza
politica di Malvestiti, offrendone una prima contestualizzazione e segnalando la
scarsa attenzione della storiografia per l’impegno europeistico di molte personalità italiane,
le cui vicende sono state spesso indagate secondo prospettive diverse da quella dell’impegno
comunitario. Il secondo saggio, di Petrini, si interroga invece sui caratteri di fondo
del modello di sviluppo italiano nel contesto della costruzione europea, mettendo in rilievo
gli accenti mercantilisti delle politiche economiche condotte dalle autorità italiane a
partire dalla svolta einaudiana del 1947, accenti che si sarebbero consolidati attraverso la
crisi congiunturale del 1963-1964.
Una seconda parte del volume include analisi più strettamente connesse alla politica
comunitaria di Malvestiti, curate da Andrea Becherucci, Carlo Spagnolo, Mauve
Carbonell, Ruggero Ranieri, Lorenzo Mechi e Mila Malvestiti. Dopo il profilo biografico
redatto da Becherucci, Spagnolo tratta del «Memorandum Malvestiti» del 1950, soffermandosi
sulla transizione dagli aiuti del piano Marshall verso un sostegno finanziario
americano più spiccatamente orientato al riarmo italiano. I saggi di Carbonell, Ranieri e
Mechi, partendo dall’esperienza di Malvestiti in seno alla Ceca, tratteggiano più da vicino
aspetti come le scelte di nomina dei commissari da parte dei governi italiani, l’esperienza
di Malvestiti a capo della Comunità carbosiderurgica e la sua politica sociale. Questa
sezione si chiude con un saggio di Mila Malvestiti dedicato alla politica europea e italiana
del padre.
Segue dunque una terza parte dedicata alle testimonianze, che comprende tre interventi
da parte di Giuseppe Sangiorgi, Virginio Rognoni e Flavio Mondello. La complessa
articolazione del lavoro si chiude con le riflessioni di Gherardo Bonini e Concetta
Argiolas circa le operazioni di riordino del fondo archivistico di Malvestiti, oltre che con
la pubblicazione di una versione del «Memorandum Malvestiti» che, pur non dando vita
a un’edizione critica, si è avvalsa della consultazione dei fascicoli preparatori e dalle note
manoscritte del gruppo di lavoro interministeriale che lo stesso politico democristiano
presiedette nel 1950.

Antonio Bonatesta