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La vicenda umana e intellettuale di Ernst Hartwig Kantorowicz. Dalla doppia appartenenza al “doppio corpo del re” e la sua evoluzione

Adelaide D’Auria
presentazione di Franca Maria Papa, prefazione di Giuseppe Cascione, Roma, Aracne, 180 pp., € 12,00

Anno di pubblicazione: 2013

Il volume approfondisce la figura e l’opera di Kantorowicz ritraendo, attraverso materiale inedito, il percorso di un intellettuale poliedrico. I suoi studi furono vitali per diversi campi disciplinari: dalla storia del diritto alle teorie dello Stato, dalla storia delle idee alla medievistica. Nato alla fine del XIX secolo a Posen, da una famiglia di industriali ebrei, scelse la strada dell’assimilazione alla cultura tedesca. Dopo aver partecipato al primo conflitto mondiale, entrò a far parte dei Freikorps per combattere la Rivoluzione spartachista. La cessione del suo loco natio con il Trattato di Versailles, fece sì che si allontanasse dalla politica attiva, pur rimanendo avverso alla Repubblica di Weimar. Nel riprendere gli studi ad Heidelberg, entrò a far parte del cenacolo del poeta Stefan George da cui ricevette i primi rudimenti per lo studio delle immagini e terminò il suo primo grande lavoro, la biografia di Federico II di Svevia (1927). Grazie a questo volume guadagnò una cattedra a Francoforte, dove rimase fino a quando, all’avvento di Hitler, si mosse sulla via dell’esilio prima inglese e poi americano, approdando a Berkeley. In pieno maccartismo, Kantorowicz rigettò il giuramento in funzione anticomunista e si trasferì all’Institute for Advanced Studies a Princeton, dove morì nel 1963. Di questa complessa vicenda biografica, il libro restituisce in pieno la dimensione politica, intellettuale e culturale attraverso un attento studio del lascito kantorowicziano presso il Leo Baeck Institute di New York. L’a. riesce ad enucleare i tratti distintivi del pensiero dello studioso, dando conto dell’humus culturale all’interno del quale si collocò. In alcuni densi capitoli, l’a. approfondisce l’analisi del senso della storia e del concetto di Historische Bild («immagine della storia»), mettendo in luce la peculiarità della sua ricerca su simboli, miti, leggende e immagini della storia del potere regale in Occidente. Affrontando in particolare il tema del corpo del sovrano, tratteggia le teorie di K. relative alla sovranità, mettendole in relazione alle dottrine politiche tra le due guerre. Il libro è corredato da tre appendici. La prima è una discussione della grande eco che la figura di K. ebbe dopo la sua morte e come i suoi assunti principali siano stati oggetto di riconsiderazione. La seconda pubblica il testo del pamphlet che K. scrisse nel 1950 in occasione della protesta di alcuni docenti di Berkeley contro il giuramento anticomunista. L’ultima appendice è un saggio dell’a. tedesco. sul rapporto tra studi umanistici e storia. Pur non avendo una impostazione storiografica, il volume è il frutto della ricerca condotta dall’a. per il dottorato in Filosofie e Teorie Sociali contemporanee da cui trae l’impostazione teorica, particolarmente evidente nelle ultime pagine in cui elabora una teoria politica di derivazione kantorowicziana per la lettura del nostro presente.

Margherita Angelini