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L’Adriatico conteso. Commerci, politica e affari tra Italia e Austria-Ungheria (1882-1914)

Giulio Mellinato
Milano, FrancoAngeli, 284 pp., € 35,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il volume apporta interessanti elementi di riflessione alla storia della Triplice Allean- za. Esso analizza i rapporti tra Italia e Austria-Ungheria inserendoli nella globalizzazione in atto tra ’800 e ’900, particolarmente evidente nella navigazione commerciale che sta- va conoscendo una vera e propria «industrializzazione». L’Adriatico costituiva una zona semiperiferica di un mondo che aveva il suo centro nell’area atlantica e il suo motore in Stati quali la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Germania. Tuttavia, tra i due alleati, chi appariva in grado di tenere il passo del progresso era la «continentale» Austria-Ungheria piuttosto che la «marittima» Italia. L’Austria-Ungheria vantava una flotta commerciale di tutto rispetto e aveva nel porto di Trieste un hub regionale di primissimo ordine.
Il volume mostra come la frustrazione dell’Italia per questa sua inferiorità non avrebbe potuto avere altro sbocco che la rottura della Triplice Alleanza e l’aggressione perpetrata a danno dell’Austria-Ungheria nel 1915. In sostanza, l’Italia volle vincere con le armi una competizione adriatica che non aveva saputo vincere con i mezzi della concorrenza e dell’innovazione.
Da questa ottica, lo studio si inserisce nella corrente storiografica che guarda alla Tri- plice come ad un’alleanza innaturale, destinata a soccombere a causa di una rivalità, quella austro-italiana, impossibile da risolvere pacificamente. In questo senso, lo studio costitu- isce un tassello della storia della Triplice, la quale, però, fu un’alleanza piuttosto comples- sa, oberata da parecchie incongruenze, ma anche costituita da molti aspetti positivi. La Triplice, infatti, si rivelò col tempo un «package deal», con una sua dinamicità e solidità che non viene sempre colta dagli studiosi. Del resto, come già aveva intuito Cavour, il mondo germanico e quello italiano presentavano tali elementi di complementarietà che, gestiti da statisti accorti e senza la Grande guerra, avrebbero potuto portare la Triplice a operare proficuamente ben oltre il 1915. Restando al piano commerciale, ad esempio, è indubbio che dopo la guerra doganale italo-francese la Germania e l’Austria-Ungheria avevano assunto ormai il ruolo di principali partner della Penisola. È altresì indubbio che, tra il 1911 e il 1914, statisti quali Giolitti e San Giuliano avevano saputo riscoprire e valorizzare quelle complementarietà, che Salandra e Sonnino, invece, dimenticheranno, abbagliati dalle occasioni di espansione che avrebbe offerto il Patto di Londra.
Il volume aggiunge senz’altro elementi di conoscenza riguardo alla Triplice, ma non ne coglie la storia complessiva, in particolare lo scontro/incontro sperimentato da Austria- Ungheria e Italia, una vicenda che, senza farsi troppo condizionare dagli accadimenti del 1915, deve essere ancora scritta, unendo commercio, economia, politica, diplomazia, società e opinione pubblica.

Gian Paolo Ferraioli