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L’Africa sovranazionale. Storia e istituzioni del regionalismo africano

Giovanni Finizio
Roma, Carocci, 284 pp., € 28,00

Anno di pubblicazione: 2018

Nel corso del 2019 due sviluppi significativi hanno caratterizzato i processi di integrazione e cooperazione in Africa: è entrato finalmente in vigore l’African Continental Free Trade Agreement dell’Unione Africana mentre i paesi membri della Economic Community of West African States (Ecowas) hanno riaffermato la volontà di dar vita a una moneta comune, denominata Eco, che sostituirà sia le monete nazionali sia il Franco Cfa adottato dalle ex colonie francesi.
Come bene mette in evidenza il volume di Giovanni Finizio nei primi due capitoli, alle spalle di questi sviluppi vi è una storia secolare, ideale e politica, che affonda le sue radici nei movimenti panafricani a livello mondiale e continentale, nei movimenti afroasiatici e non allineati, nei dibattiti – anche laceranti – delle indipendenze e delle leadership nazionaliste. Ma altrettanto importante è la ricostruzione della nascita e dell’evoluzione delle forme istituzionali e organizzative che l’Africa ha costruito per cercare di tradurre operativamente la promessa di unità, solidarietà, cooperazione e integrazione tra i popoli e gli Stati che la compongono. E di come già questi termini (unità, solidarietà, cooperazione, integrazione) non siano affatto univoci o interscambiabili nella discussione scientifica e soprattutto nel dibattito politico africano.
Finizio ricostruisce la storia dell’Organizzazione per l’Unità Africana (OUA), i suoi risultati, le sue debolezze, e la sua trasformazione negli anni 2000 nell’Unione Africana, in risposta alla fine della guerra fredda e come conseguenza della ristrutturazione delle relazioni interne allo stesso continente con il rientro del Sud Africa postapartheid nel consesso africano. E ricostruisce con un certo dettaglio i due casi più importanti di cooperazione regionale, ossia la già citata Ecowas e la Southern African Development Com- munity. Entrambi gli sviluppi, quello continentale e quello subcontinentale, cercano di proporre risposte ai nodi politici ed economici che l’Oua non era riuscita ad affrontare: prevenzione e soluzione delle guerre civili; la gestione della sicurezza; democratizzazione e diritti umani e civili; le grandi sfide transnazionali, come l’Hiv/Aids, i cambiamenti climatici, i flussi migratori; le asimmetrie del sistema globale, rafforzate dal debole grado di integrazione economica e commerciale tra i paesi africani. O, per dirla con uno slogan degli anni ’90, cercano di proporre African solutions to African problems.
Il merito del libro di Finizio è di dare conto di quanto sia difficile e stretto questo sentiero di cooperazione e, nello stesso tempo, di ridare voce, ruolo e capacità agli Stati africani e agli attori politici e sociali che ne possono influenzare il percorso futuro, a livello nazionale e transnazionale.

M. Cristina Ercolessi