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L’America Latina. Un profilo

Riccardo Campa
Bologna, il Mulino, 1.065 pp., € 55,00

Anno di pubblicazione: 2014

Negli ultimi anni l’editoria italiana ha proposto al lettore nostrano ben quattro opere generali sull’America Latina (Loris Zanatta, Storia dell’America Latina contemporanea del 2010, Daniele Pompejano, Storia dell’America Latina del 2012, Raffaele Nocera e Angelo Trento, America Latina, un secolo di storia. Dalla rivoluzione messicana a oggi, del 2013, Tiziana Bertaccini, Le Americhe Latine nel Ventesimo secolo, del 2014). Ultimo in ordine di tempo è il libro di Riccardo Campa che è da considerarsi come una sorta di bilancio della sua lunga carriera accademica, scientifica e intellettuale (e di vivace animatore delle attività dell’Istituto Italo-Latinoamericano di Roma) e che si differenzia dai testi poc’anzi menzionati per la scelta di intrecciare intimamente mondo iberico e americano grosso modo dall’inizio del ’500 sino alla fine del XX secolo e per non essere un libro di storia in senso stretto.
Riccardo Campa sviluppa, infatti, una lettura dell’area, che oggi comunemente chiamiamo America Latina, in senso interdisciplinare prediligendo, tuttavia, una riflessione marcatamente di taglio filosofico – e in parte culturale – frutto ovviamente della sua formazione e dei suoi principali interessi di ricerca. Del resto, a Campa si deve negli anni ’70, o poco prima – allorquando la Storia dell’America Latina lentamente si affermava anche accademicamente con la nascita delle prime cattedre grazie soprattutto alla «scuola» torinese guidata da Marcello Carmagnani –, la pubblicazione dei primi titoli di spessore sulla storia del pensiero politico latinoamericano (tra cui Il potere politico nell’America Latina del 1968, Antologia del pensiero politico latino-americano. Dalla colonia alla seconda guerra mondiale del 1970 e Conoscenza scientifica occidentale e processo politico latinoamericano del 1974).
L’America Latina. Un profilo è un volume denso e corposo, talmente corposo da rappresentare oggi una rarità nel panorama editoriale italiano e una sfida che pochi editori osano ancora accettare. È un testo impegnativo che privilegia il criterio tematico pur non disdegnando quello diacronico, con uno stile ricercato (non di rado ostico per un lettore poco competente), ricco di citazioni e con note a fine capitolo le quali, tuttavia, sono spesso un mero espediente per sviluppare ulteriori riflessioni che, a onor del vero, appesantiscono la lettura. È, in sintesi, una sorta di trattato scientifico di «vecchio stampo» sulla circolazione e sulle connessioni intercorse tra le due sponde dell’Atlantico dall’età moderna in poi, principalmente nel campo della filosofia, della letteratura, del diritto, cui non sarebbe guastato, come completamento, una bibliografia finale, almeno di orientamento al lettore desideroso di approfondire le tante tematiche (dal Siglo de oro alla «scoperta» del Nuovo Mondo, dall’indigenismo alle tradizioni peruviane, dall’indipendenza al repubblicanesimo, dal liberalismo al populismo) sviscerate nel testo.

Raffaele Nocera