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Laurence Cole (a cura di) – Different Paths to the Nation. Regional and National Identities in Central Europe and Italy, 1830-70 – 2007

Laurence Cole (a cura di)
New York, Palgrave, 240 pp., $ 69,95

Anno di pubblicazione: 2007

Questo libro discute della centralità e della marginalità delle aree di confine nel processo di nazionalizzazione in Europa centrale e centro-meridionale, di identità e appartenenze plurime, in particolare nazionali e regionali, e delle loro modificazioni e sviluppi tra ’48, unificazione italiana, scontro austro-prussiano e unificazione tedesca. Tra le analisi delle costruzioni ideologiche con cui furono letti e percepiti, negli anni, i rapporti dei diversi territori con gli Stati di effettiva e possibile appartenenza, prevale l’interesse per le questioni e prospettive italiana e tedesca, anche se sono esaminati pure il ’48 vissuto dai cechi e gli intrecci con altre popolazioni slave nelle regioni trattate, a partire dalla Dalmazia, di cui parla Dominique Reill. Reill analizza il confronto tra lingue e culture diverse, osservando come la posizione marginale e la peculiare miscela linguistica fossero apprezzati e visti da diversi intellettuali e politici come ponte tra mondi italiano e slavo, e tra Est e Ovest, quindi come ricchezza e risorsa per gli scambi internazionali, finché congiunture politiche esterne, più che l’etnocentrismo e l’esclusivismo delle culture nazionali, fecero fallire questo progetto, sminuendo il confronto a una contrapposizione locale tra comunità etno-nazionali interne allo Stato asburgico. Diversamente dal caso dalmata, nella formulazione delle identità regionali e nazionali in Tirolo meridionale (nel saggio di Laurence Cole e Hans Heiss) non ci furono possibilità di declinazioni miste dal punto di vista etnico o linguistico e, nonostante la continua sovrapposizione tra diverse idee e forme di Stato, regione e nazione cui fare riferimento, il confine rigido tra le due comunità locali fu eretto indipendentemente dal rapporto con la costruzione degli Stati nazionali italiano e tedesco. Anna Millo chiarisce come si arrivò a Trieste a pensare e assimilare la nazione, anche qui distinta dallo Stato, come epicentro per l’identità collettiva e luogo privilegiato per l’aggregazione e l’organizzazione delle sfere economica, sociale e politica. Importanti a Trieste furono le associazioni volontarie, di cui Claire Nolte pure sottolinea il ruolo fondamentale nel processo di differenziazione etnica a Praga. Pur non essendo al confine tra più lingue, etnie e nazioni, i discorsi, le pratiche e gli orientamenti politici e ideologici delle élites a Salisburgo (Ewald Hiebl) e Venezia (Eva Cecchinato) rivelano una tensione continua tra appartenenze cittadine, regionali, statali e nazionali che, nel primo dei due casi, ma anche in Tirolo a Praga e in altra Austria (Max Vögler), in Baviera, Baden e Sassonia (Erwin Fink) e, in generale, tra Germania meridionale e Austria (Nikolaus Buschmann), sono l’occasione per approfondire il problema delle diverse Germanie, prima e dopo l’unificazione. Questa bella raccolta di saggi offre, nel complesso, sguardi nuovi e interessanti, nonché un utile aggiornamento bibliografico, e si chiude con un saggio di Alberto Banti che prende spunto dai casi trattati e dal convincente periodo storico da questi analizzato, per riprendere le sue osservazioni sugli elementi simbolici e sul sistema narrativo del discorso nazionale.

Vanni D’Alessio